Rieti, ex farmacista diventa sacerdote: «Sempre al servizio degli altri, ho solo un’altra divisa»

L'ordinazione
di Sabrina Vecchi
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Martedì 12 Ottobre 2021, 00:10

RIETI - Un nuovo sacerdote per la Chiesa reatina. E’ stato ordinato domenica pomeriggio in una cattedrale di Santa Maria gremita don Marcello Imparato, per imposizione delle mani del vescovo Domenico Pompili. Conosciutissimo nel quartiere di Vazia, dove svolge il servizio pastorale in aiuto al parroco don Zdenek Kopriva, Marcello ha 53 anni ed è orginario di Casale di Carinola, nel casertano. 
Un percorso quantomeno originale, quello del neo-sacerdote. Farmacista, arriva nella provincia di Rieti nel 2005 dopo aver rilevato la piccola farmacia di Petrella Salto, a coronamento del sogno di una vita, quello di gestire un’attività tutta sua: «Sono arrivato un po’ spaesato in una terra di confine abitata da gente buona che mi ha accolto con calore. Petrella contava quarantacinque abitanti d’inverno, come fossimo una grande famiglia». Poi, la vita prende altre direzioni. Lo storico parroco del paese, don Felice Battistini, comprende subito e lo guida verso un nuovo percorso, proiettandolo alla luce «del desiderio di qualcosa di più grande». 
Don Marcello apre la sua farmacia il 10 settembre 2005 e la chiude per una strana coincidenza lo stesso giorno di dieci anni dopo. Intanto, il discernimento e gli studi al seminario di Assisi. E domenica, alla sua festa, non è voluto mancare l’attuare rettore della struttura dove ha studiato, insieme ai suoi ex compagni di corso, ad amici e parenti e a tutto il clero reatino che lo hanno festeggiato con un brindisi sotto le arcate di Palazzo Papale. 
Il novello sacerdote celebrerà la Messa, con i propri familiari, mercoledì prossimo nel santuario di Santa Maria delle Grazie, nella sua città natale. La prima Messa solenne della diocesi di Rieti sarà invece celebrata domenica 17 nella chiesa di Santa Maria Assunta di Vazia. 
Nostalgia del passato con il camice bianco? «No - scherza Marcello - la mia professione dietro il bancone l’ho sempre vissuta come un modo per stare vicino agli altri, in fondo, ho solo cambiato divisa!».

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