Rieti, futuro dell’università: un tavolo proposto dal Comune per decidere

Palazzo Aluffi
di Antonio Bianco
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Venerdì 11 Giugno 2021, 00:10

RIETI - Quale futuro per l’università? Una domanda che esige una risposta, per questo - a quanto apprende Il Messaggero - nei prossimi giorni il Comune inviterà a una tavola rotonda, a porte chiuse, i parlamentari reatini (Fusacchia, Melilli, Trancassini e Lorenzoni), l’assessore regionale del Lazio Claudio Di Berardino e il consigliere alla Pisana Refrigeri. Il sindaco Antonio Cicchetti, intanto, ha risposto al presidente della Fondazione Varrone, Antonio D’Onofrio, che nei giorni scorsi aveva parlato dei crediti vantati dalla Sabina universitas nei confronti del Comune. «Qualche settimana fa, abbiamo fatto una conferenza stampa distribuendo delle dispense con tutti i conti relativi a quanto abbiamo pagato. È bene che tutti sappiano che il Comune in quattro anni ha tirato fuori, per l’università, circa 2 milioni di euro, pagando non solo la parte associativa ma anche i debiti nei confronti del consorzio che avevano lasciato la giunta di centrosinistra. Due milioni sono tanti e sono soldi dei cittadini. Ecco qualcuno se lo ricorda questo?», ha detto il primo cittadino a Rtr nel suo consueto appuntamento del mercoledì. E ha aggiunto: «Io non voglio polemizzare, ma l’università è patrimonio della città. Al consorzio dobbiamo quasi 300mila euro e abbiamo impostato il bilancio per far fronte a questo impegno. Forse si approfitta del fatto che la gente ha la memoria corta, ma noi ritireremo fuori le carte. Non è possibile assistere ogni giorno a questa tarantella». E poi arriva la stoccata: «Che il consorzio e l’università siano due cose diverse lo sappiamo, non abbiamo bisogno di professori universitari. La stretta sui costi c’è stata, non è che si può chiedere di smantellare il consorzio se non c’è una alternativa».

L'intervento
A provare a gettare acqua sul fuoco è il commissario del Consorzio industriale Angelo Giovanni Ientile. «Credo in tutta sincerità - scrive - che la vicenda stia assumendo risvolti poco consoni ai canoni istituzionali che la stessa richiede, oltre che per niente utili alla risoluzione dei problemi emersi negli ultimi mesi, figli, credo e spero, solo di un anelato cambio di passo gestionale da parte di ognuno dei soci».

E chiede a tutti di fare un passo indietro: «Per provare a farne qualcuno in avanti nel ritrovare la direzione unitaria intrapresa e lavorare al consolidamento della posizione delle università già presenti a Rieti, ma al contempo favorendo l’insediamento di altri atenei, dando al consorzio universitario riformato quel ruolo che più gli spetta, ovvero di soggetto promotore e strumentale a un sistema universitario di qualità». E infine bacchetta la Sabina universitas per le precisazioni fatte in risposta sempre a D’Onofrio. Le quali «siano da ritenere, oltre che istituzionalmente sbagliate, anche foriere di ulteriori dissapori all’interno della compagine societaria. La posizione ufficiale del consorzio universitario non può che passare attraverso qualcuno che ne sia a ciò delegato dai soci».

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