Rieti, Gattarelli, un esempio fuori
e dentro il campo e quella
ammirazione per Cristiano Ronaldo

Alessandro Gattarelli
di Renato Leti
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Sabato 23 Giugno 2018, 08:38
RIETI – La classe autentica del giocatore nato con specifiche capacità abbinata ad un comportamento esemplare che ne fanno un esempio per tanti giovani calciatori sia in campo che fuori. Correttezza, modestia e rispetto per compagni ed avversari caratterizzano questo giovane calciatore sabino che può già vantare una notevole esperienza maturata nelle più qualificate società del nostro territorio.
Alessandro Gattarelli è un difensore-centrocampista nato il 7 ottobre 1991 tornato quest’anno a giocare a Poggio Mirteto con la locale formazione che milita nel campionato di Prima categoria.
La Sua carriera è iniziata proprio a Poggio Mirteto?
Sì, ho fatto tutto il settore giovanile nel Sabinia, poi divenuta La Sabina, arrivando al campionato regionale Juniores Elite dove ho ricoperto anche il ruolo di capitano e nella medesima stagione ho esordito in prima squadra e fatto parte della rosa dei diciotto giocatori che hanno affrontato la finale di Coppa Italia persa purtroppo con il Colleferro.
Poi ha cambiato società?
Negli anni successivi sono rimasto a La Sabina per tre stagioni facendo un anno di Eccellenza e due di Promozione. Successivamente sono passato al Passo Corese ed abbiamo vinto il campionato di Prima categoria conquistando la Promozione. Sono stato lì fino a dicembre, poi ho optato per la maglia del Fiano Romano ed anche con questa società abbiamo vinto in Prima passando in Promozione.
Ancora una nuova squadra in Sabina?
L’anno dopo sono andato al Cantalupo e con quella squadra abbiamo veramente compiuto una grande impresa arrivando secondi in Prima categoria per essere poi ripescati in Promozione. Sono rimasto al Cantalupo fino allo scorso dicembre, poi sono subentrati problemi societari ed ho preferito tornare in Prima nella squadra della mia città, il Poggio Mirteto Calcio.
Insomma, belle e soddisfacenti esperienze: chi ricorda maggiormente tra gli allenatori ed i compagni di squadra?
Ho avuto il privilegio di essere guidato da tecnici di grande capacità come Claudio Danieli a La Sabina e Piercarlo Antoniutti al Fiano Romano, anche se quello a cui sono più legato è sicuramente Massimiliano Tocci che mi ha allenato per quattro anni. Ho avuto un buon rapporto praticamente con tutti i compagni di squadra: in particolare un amico che per me è come un fratello è Silvio Ceccarelli, ma anche Moreno Passarani e Daniele Pitotti. Il bello del calcio nelle nostre categorie è soprattutto questo: compagni di squadra che magari provengono da altri paesi limitrofi e che poi diventano come fratelli.
I momenti che ricorda con maggior piacere?
Il primo che mi viene in mente è il gol realizzato al novantatreesimo minuto contro la corazzata Nettuno in Coppa Italia: un gol che portò La Sabina in semifinale di Coppa Italia e ricordo ancora i festeggiamenti con il grande mister Danieli! Ricordo anche l’esordio in Eccellenza nel derby con il Rieti disputato nello stadio del capoluogo reatino ma soprattutto restano indimenticabili i due campionati vinti ed il secondo posto in prima categoria con la conquista della Promozione quando ho giocato nel Passo Corese, Fiano Romano e Cantalupo. Comunque, in modo particolare, l’orgoglio più grande che ho provato è stato quello di aver indossato la fascia di capitano della squadra della mia città, Poggio Mirteto.
Aspirazioni per il futuro?
Mettersi alle spalle quest’ultimo anno ripartendo magari da un campionato di Promozione che ritengo più giusto per me dopo quanto ho dimostrato sul campo e restare con costanza in questa categoria.
C’è una grande squadra e un campione che ammira?
Ammiro, penso come tanti, il Real Madrid e in questa squadra uno come Cristiano Ronaldo che mi entusiasma per quanto dimostra sempre: è il numero Uno e magari non ha avuto il dono naturale di Messi ma con il lavoro e la grande voglia di migliorare è arrivato al punto che ormai da quattro anni è di gran lunga superiore al numero 10 del Barcellona.
Un Suo parere sul calcio dilettantistico di oggi?
Penso che il livello in Prima categoria si sia alzato soprattutto da metà classifica in su mentre in Promozione credo che, tolte le prime sei/sette squadre, il livello sia sceso di qualità.
 
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