Rieti, il bio-orto installato sul tetto della Fao parla sabino con il progetto di Nescatelli

Il progetto
di Samuele Annibaldi
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Lunedì 29 Novembre 2021, 00:10 - Ultimo aggiornamento: 21 Febbraio, 10:10

RIETI - C’è anche un po’ di Sabina nel progetto Ecobubble, startup italiana nata per integrare natura e tecnologia con l’obiettivo di trovare soluzioni di contrasto ai cambiamenti climatici e per adattare processi naturali ad habitat inospitali. Si chiama Nicola Nescatelli, originario di Montopoli e con la startup italiana fondata insieme a Federico Di Vincenzo, è stato scelto per co-progettare, insieme all’Università La Sapienza di Roma, il bio-orto installato la scorsa settimana sul tetto della Fao e che, come un vero e proprio laboratorio, servirà a studiare i migliori metodi per produrre cibo in ambienti tendenzialmente inospitali. Un contributo al progetto della Fao - come hanno spiegato i due fondatori in una intervista su TeleAmbiente - servito a sperimentare un sistema di controllo della somministrazione dell’acqua di irrigazione, cercando di anticipare le richieste di acqua da parte delle colture in maniera di mantenere le piante ad uno stato di rigogliosità ottimale anche in ambienti estremi e risparmiando, così, tantissima acqua.

Le caratteristiche
«La capacità di interpretare i messaggi delle piante per poi creare delle azioni in automatico che possano gestire le piante stesse - ha spiegato Nescatelli a TeleAmbiente - aiuta a migliorare l’efficienza del mantenimento degli orti».

Il progetto dell’orto del tetto della Fao è solo uno dei progetti a cui Ecobubble sta lavorando. «Il nostro obiettivo - ha aggiunto Nescatelli nell’intervista - è quello di utilizzare le nostre conoscenze in ambito della green technology per cercare delle soluzioni che possono essere adattate a differenti tipologie di problematiche, che vanno dalla gestione del verde urbano all’integrazione con le Smart City oppure alla produzione di cibo o di energia da fotovoltaico».

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