Rieti, Filippo Appeddu: giovane
ma già riferimento per bambini
e ragazzi delle squadre sabine

Filippo Appeddu
di Renato Leti
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Giovedì 28 Giugno 2018, 11:43
RIETI - Un giovane tra i giovani per amare il calcio. Un tecnico al passo con i tempi per trasmettere ai piccoli atleti nozioni e insegnamenti scaturiti da esperienza diretta e studi appropriati ma soprattutto per aiutarli a crescere impartendo valori di vita nel segno dello sport.
Filippo Appeddu, nato a Roma il 28 maggio 1985, è una delle figure più conosciute negli ambienti del calcio giovanile del Lazio ed un prezioso punto di riferimento per tanti bambini e ragazzi delle squadre sabine.
Iniziamo con una sua concezione del calcio?
Ben volentieri, visto che sono ormai 33 anni che amo il calcio più di me stesso. Amo tutto di questo sport: vederlo, giocarlo e soprattutto insegnarlo ai giovani ed è proprio da quando ho capito che insegnare ai bambini e ai ragazzi era la mia vocazione che ho deciso di abbandonare il calcio giocato.
Come ha iniziato la sua carriera di portiere?
Ho cominciato a giocare nelle squadre giovanili del Cantalupo fino alla categoria Esordienti e lì ho conosciuto il mister Massimiliano Battenti, colui che ha alimentato la mia passione portandola ad altissimi livelli con tutta la professionalità di una persona preparata e ricca di grande umanità, cosa rara di questi tempi.
Poi si è spostato a Monterotondo?
Sì, dove ho giocato fino alla categoria Allievi. Eravamo una squadra piena di talenti e sinceramente è strano che solamente Valerio Virga e Lorenzo Del Prete, facenti parte delle formazioni di quei quattro anni, siano approdati tra i professionisti.
Poi sono arrivate le categorie superiori?
Il calcio dei grandi, inteso come quello dell’età adulta, l’ho scoperto nella Pro Calcio Sabina di Fernando Nesta dove ho esordito in Promozione quando non avevo ancora compiuto diciassette anni. Con quella squadra sono arrivato a giocare in Eccellenza facendo parte di una rosa eccezionale che conquistò il terzo posto in classifica sotto la guida del tecnico Maurizio De Mattia. Il preparatore dei portieri era in quel periodo Guido Nanni che stava iniziando proprio a Forano la sua brillante carriera di preparatore che poi lo avrebbe portato fino alla Roma di Claudio Ranieri.
Cosa avvenne negli anni successivi?
Il mio cammino calcistico dai vent’anni in poi iniziò a procedere di pari passo con quello di allenatore. Onestamente questo fatto ha condizionato parecchio la mia attività di calciatore nelle squadre in cui ho militato negli anni seguenti: in Promozione con il Riano ottenendo un terzo posto; in Seconda categoria nella Gens Cantalupo dove ho potuto realizzare il sogno di vestire i panni dell’attaccante segnando ben dieci reti e poi il ritorno in porta nell’US Cantalupo fino allo storico raggiungimento della Promozione.
Quindi la Valle del Tevere?
Sì, l’anno seguente approdai con successo alla neonata società del presidente Enzo De Santis con la promozione in Prima categoria per poi concludere la mia attività di portiere nel Selci vincendo in Terza categoria campionato e coppa.
Ed ecco l’allenatore a…tempo pieno?
Dicevo che di pari passo procedeva la mia attività di allenatore iniziata a soli vent’anni con il conseguimento dell’attestato CONI-FIGC presso l’Università di Scienze Motorie del Foro Italico e dove nel 2008 mi sono laureato. Ho iniziato ad allenare col mister Volfango Patarca alla Pro Calcio Sabina dove Fulvio Talocci (che ancora ringrazio!) mi affidò un gruppo di simpatici ragazzi con i quali in quattro anni partimmo dalla categoria Giovanissimi ed arrivammo alla vittoria nel campionato Allievi! Avevo solo ventitre anni ed il rapporto con ragazzi che ne avevano solo dieci di meno era fantastico e lo è tuttora. Contemporaneamente ho approfondito gli studi in materia anche allenando i portieri e conseguito il titolo di allenatore Uefa B a Viterbo. Sono diventato poi responsabile tecnico e allenatore della scuola calcio della Valle del Tevere.
Poi la soddisfazione dell’approdo alla Lazio?
Allenare i giovani mi procura grande gioia ed a settembre inizierò il mio sesto anno da allenatore dei portieri nel settore giovanile della SS Lazio, oltre a lavorare presso lo Sport Selci, società affiliata alla SS Lazio e dal prossimo autunno unica Soccer School del territorio provinciale reatino.
Un suo pensiero sul futuro del calcio?
Il futuro dello sport più amato del mondo è nei giovani: sempre, e non solo quando perde la Nazionale. Per migliorare il futuro del nostro calcio tocca a noi tutti darsi da fare nelle azioni di tutti i giorni, anche quelle apparentemente più semplici: ogni volta che andiamo in campo è un’occasione per crescere! Questo è il mio principale obiettivo: crescere imparando dagli altri e migliorarmi per trasmettere ai miei allievi sempre di più!
 
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