SQUADRA MULTINAZIONALE
Luca Menè, 36 anni, mediano d'apertura che sa anche giocare da ala e da estremo, è l'unico italiano di un team multinazionale. Al campo è stato trascinato da un collega scozzese. "Avevo deciso di non giocare più a rugby - rivela - poi, essendo per me una droga, ci sono ricaduto con tutte le scarpe". E così, ha cominciato ad alternare il lavoro in Ats Group (in Italia era in Finmeccanica) con gli allenamenti. "La nostra squadra è la più giovane del Golfo, ha solo quattro anni di vita - sottolinea - il livello è molto alto, non ci sono arabi, ma tutti giocatori internazionali, per la maggior parte sudafricani, inglesi, australiani, irlandesi, scozzesi, gallesi, e sì, io sono l'unico italiano...". Nei primi mesi, racconta Menè, "ho giocato più con la seconda squadra che con la prima, poi via via mi sono guadagnato la fiducia dell'allenatore della prima squadra".
LA VITTORIA
I Saracens di Abu Dhabi sono parenti stretti dei Saracens londinesi, la gloriosa squadra che milita nella Premiership inglese. E proprio per preparare l'evento clou, è arrivato dritto dritto da Londra il coach Alan Dickens. Percorso quasi netto fino alla finalissima. Terzo posto nel torneo nazionale (da settembre a novembre), che dava accesso al Gulf Top 6 contro le squadre di Qatar e Bahrain. In questa seconda fase, Menè e compagni hanno sfiorato la vetta, chiudendo a un solo punto di distanza dal Doha, che ha inflitto loro l'unica sconfitta in dieci partite. La pronta rivincita si è consumata nella sfida decisiva della stagione, la finale della West Asia Cup, conquistata dal club del reatino con il risultato di 26 a 20. "Abbiamo festeggiato per due giorni consecutivi - esulta Menè - Non ho giocato il match perché ho saltato gli allenamenti per lavoro, ma nella Gulf Top 6 ero partito cinque volte da titolare, all'ala. Adesso abbiamo tre mesi di riposo, poi a giugno cominceremo la preparazione atletica".
UNA FAMIGLIA DI RUGBISTI
Luca Menè ha sempre respirato rubgy. Suo nonno era Fulvio Iacoboni, storico dirigente degli Arieti a cui da quattro anni è dedicato il comunale Fassini. Il fratello-gemello Daniele è l'estremo degli Arieti. L'altro fratello Emanuele, più piccolo, gioca mediano di mischia in serie A a Firenze. Rugbisti anche i cugini Tullio e Enrico Sebastiani. Zio Raffaele Iacoboni è un caposaldo degli Old. Pane e rugby anche per i cugini Nicola e Valerio, i più giovani della dinastia Iacoboni. In famiglia, insomma, il rugby è una religione. Vige la regola non scritta che tutti debbano avere un soprannome, e allora Luca Menè è cresciuto all'ombra della Viscosa con lo pseudonimo di "Riccetti". Non può stare senza placcaggi e mischie, a tal punto che appena rientra in Italia si mette a disposizione degli Arieti: sotto Natale, il tecnico degli amarantocelesti Alessandro Turetta lo ha schierato nella sfida contro il Pescara. "Magari torno per la partita decisiva di maggio contro Avezzano", scherza, ma mica tanto. Questione di fede. Nel centro d'Italia o in Medio Oriente, purché la palla sia ovale e si possa passare soltanto all'indietro.