Le case di Rieti affidate ai rifugiati
sono come bordelli: scoperte
tre ragazze che si prostituivano

Le case di Rieti affidate ai rifugiati sono come bordelli: scoperte tre ragazze che si prostituivano
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Lunedì 26 Marzo 2018, 07:47 - Ultimo aggiornamento: 13:31
RIETI - Che la situazione fosse da tempo fuori controllo era un’impressione generalizzata e più che concreta. L’operazione predisposta dalla Prefettura e coordinata sul campo da Questura, Carabinieri e Municipale lo ha confermato anche nei fatti. Nelle case della città affittate alle cooperative che aderiscono ai progetti di accoglienza e da queste assegnate ai rifugiati richiedenti asilo c’è di tutto e si fa di tutto.

LA PROSTITUZIONE
Anche il commercio sessuale dei corpi. Prostituzione, per essere più chiari. Gli agenti delle forze dell’ordine entrati a controllare tre abitazioni reatine, due situate all’interno del centro storico, hanno individuate almeno tre ragazze di colore intente a esercitare il mestiere più antico del mondo. Tre giovani di nazionalità nigeriana che, dopo essere state identificate e portate in Questura, hanno ammesso di trovarsi nelle abitazioni affidate, almeno sulla carta, a dei loro connazionali solo per prostituirsi. Un mercato che non conosce crisi e che, nelle vie circostanti alle abitazioni controllate, a molti non era sfuggito, anche per il continuo via vai di persone. Ma non è stata l’unica irregolarità riscontrata dalle forze dell’ordine.

ABITAZIONI CASBAH
Nella case, assegnate fino a un massimo di cinque persone, stazionavano almeno il doppio di giovani. Alcuni dei quali non è stato semplice identificare e che a Rieti, per essere precisi, nessuna delle tre cooperative di accoglienza che gestisce le tre case controllate aveva in carico. Case casbah, con materassi ammucchiati ovunque e con condizioni igienico sanitarie al limite e anche oltre. I reati ipotizzati, per i quali sta procedendo la Questura, sono quelli violazione delle legge sull’immigrazione e prostituzione. La Municipale, competente per materia, sta vagliando anche l’effettiva corrispondenza tra le persone trovare nelle case e quelle che ci dovrebbero sulla carta essere.

LE COOPERATIVE RISCHIANO LA REVOCA DEI PROGETTI
L’operazione di controllo, ricordiamo, è stata predisposta dalla Prefettura in seguito all’ultimo comitato sull’ordine e la sicurezza pubblica e per le tante segnalazione giunte alle forze dell’ordine. Prefettura che ora sarà chiamata a sanzionare anche le cooperative aderenti ai progetti di accoglienza. Sanzioni che possono giungere anche alla revoca del progetto. Un segnale, forse, che potrebbe aiutare a disciplinare un mondo delle cooperative e il relativo business ormai fuori controllo ovunque. Ricordiamo, per dovere di cronaca, che la scorsa settimana controlli sulle case dove risiedono i rifugiati erano stati sollecitati anche dai consiglieri comunali Andrea Sebastiani e Onorina Domeniconi della Lega.

 
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