RIETI - Torna libero il dirigente reatino, ex presidente di Federlazio Rieti, Riccardo Bianchi, dopo la pronuncia del Tribunale del Riesame di Roma. L’ingegnere, che la scorsa settimana si è dimesso dal doppio ruolo di presidente e amministratore delegato della società “AeA” - titolare della gestione degli impianti di depurazione del Consorzio per lo sviluppo industriale del Lazio Meridionale (Cosilam) - il 23 settembre era finito agli arresti domiciliari con l’accusa d’inquinamento ambientale del fiume Rio Pioppeto, aggravato dal vincolo paesaggistico. Il Riesame ha stabilito che a Bianchi venisse sostituita la misura cautelare degli arresti domiciliari con l’interdizione a svolgere ruoli societari. Revocati i domiciliari anche a Roberto Orasi (amministratore di fatto della società) e ad Amedeo Rota (responsabile degli impianti Cosilam gestiti dalla “AeA”). «Siamo molto soddisfatti - dichiarano, dal pool della difesa dell’ex presidente, gli avvocati Sandro Salera e Domenico Marzi. - La nostra soddisfazione nasce dal fatto che il Tribunale del Riesame di Roma ha fatto esattamente ciò che abbiamo chiesto: la sostituzione della misura degli arresti domiciliari con il provvedimento interdittivo. Questa stessa richiesta era stata avanzata al Gip del Tribunale di Cassino e, per parere, al Pm competente, ma non c’è stata concessa. La risposta è stata che l’unica misura cautelare possibile erano gli arresti domiciliari. Di parere diverso è stato il Tribunale del Riesame di Roma e per questo siamo molto soddisfatti. Per tutti gli aspetti tecnici - concludono gli avvocati di Bianchi - ce la vedremo dinanzi al Tribunale del Riesame di Frosinone». Il Tribunale di Cassino aveva rigettato la richiesta dei legali di attenuare le misure cautelari, motivo per il quale Salera e Marzi si sono rivolti al Riesame di Roma, ottenendo la revoca dei domiciliari.
La vicenda
Gli arresti erano arrivati al culmine dell’operazione Acquanera, condotta dai carabinieri forestali del Nipaf di Frosinone, attraverso l’ordinanza emessa dal Gip di Cassino, Vittoria Sodani.