Clamoroso: Rieti-Reggina si
gioca a porte chiuse. Dietrofront
degli steward, si dimette
lo Slo Alessandro Mezzetti

Clamoroso: Rieti-Reggina si gioca a porte chiuse. Dietrofront degli steward, si dimette lo Slo Alessandro Mezzetti
di Marco Ferroni
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Venerdì 15 Novembre 2019, 18:33 - Ultimo aggiornamento: 19:38
RIETI - Incredibile allo "Scopigno": il dietrofront della nuova società alla quale il Rieti nella giornata di giovedì aveva affidato il servizio stewarding, sta stravolgendo l'organizzazione della sfida di domenica tra la formazione amarantoceleste e la Reggina. In sintesi: si giocherà a porte chiuse. Tale decisione ha portato anche alle dimissioni di Alessandro Mezzetti, che in società ricopre il ruolo di Slo. 

LE MOTIVAZIONI DI MEZZETTI
«Dal giorno in cui ho iniziato a collaborare con il Rieti calcio credevo che lo stadio fosse il luogo dove si puo’ essere tutti piu’ umani e giusti. In questi due anni ho collaborato con molte persone, alcune serie ed altre meno ma mai è venuto a mancare il mio impegno per la squadra di calcio della città. Dai miracoli per aprire lo stadio in tempo dopo le due porte chiuse dello scorso anno alla corsa contro il tempo per consegnare l’iscrizione di questa stagione credevo di averle viste tutte invece ne avevo ancora da vedere. Mai ho pensato di dimettermi, mai ho pensato di fermarmi per quelle che erano le mie competenze».

«Sempre ho gettato il cuore oltre l’ostacolo superando tante difficoltà - prosegue Mezzetti - facendo squadra, confrontandomi, studiando, cercando di capire e sempre capire le ragioni degli altri per far rotolare un pallone in mezzo al campo. Molti non sanno il lavoro, il sacrificio, le arrabbiature, le gioie e le soddisfazioni che sono dietro alle quinte indipendentemente dal risultato e da “grazie” che non sono mai arrivati. In quelle stanze della segreteria ho conosciuto gente vera e gente meno vera, uomini e quaquaracqua’, sono nate amicizie. In molti mi dissero di non accettare, io l’ho fatto per la maglia e per la città, dopo aver ricoperto ruoli ben piu’ importanti, ma credo che l’impegno civile per una passione cittadina sia prima di tutto un arricchimento personale».

«Se mi sono dimesso - precisa Mezzetti - è perché sono arrivato stanco dopo mesi di pressing psicologico e mai un grazie, una pacca sulla spalla, una cena offerta. Se sono arrivato a questo punto è perché ho visto ciò che non avrei voluto mai vedere. Se sono arrivato a questo punto è perché Domenica non sarà uno spettacolo e certe cose le fai, anche con fatica, se ne vale davvero la pena. Ringrazio chi mi ha sopportato in questi mesi, anche quando mi incazzavo per le cose storte. Chi mi conosce sa che ho interpretato il mio ruolo col cuore arrivando come diceva il mitico Eziolino “ai limiti dello strapazzo”».

«Ringrazio i giocatori, coloro che mi hanno fatto esultare dopo un gol o una partita ben giocata, ringrazio chi mi ha dato l’opportunità di vivere le stagioni piu’ travagliate della storia recente del Rieti calcio. Ringrazio i colori, l’amaranto e il celeste, violentati negli ultimi tempi. Col calcio non ho finito il mio percorso - conclude Mezzetti - mi dedicherò alla scuola calcio, imparando dai bambini cosa è il calcio, quello vero perché dopo tutto questo c’è bisogno di disintossicarsi. Disponibile nei tempi e nei modi ad essere partecipe di un “progetto serio e costruttivo” mettendo a disposizione il sapere e le conoscenze apprese in questi mesi».
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