Rieti, Referendum: «La riduzione dei parlamentari è positiva ma c'è il nodo della rappresentatività»

Seggio in Comune (foto Meloccaro)
di Antonio Bianco
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Martedì 22 Settembre 2020, 00:29

RIETI - Netta, schiacciante la vittoria del sì al referendum sul taglio dei parlamentari (nella foto, il voto a Rieti). Anche se c’è da dire che il no ha recuperato parecchio rispetto alle previsioni iniziali. Il Messaggero ha raccolto l’opinione di alcuni esponenti politici locali. E non poteva che essere soddisfatto del risultato il deputato dei Cinquestelle, Gabriele Lorenzoni. «Riforma che rimarrà nella storia - afferma - vittoria dei Cinquestelle che compattamente hanno sempre sostenuto questa posizione. Mi dispiace per alcuni rappresentanti locali degli altri partiti che si sono spesi per il no, spesso contro le posizioni dei propri leader e dei cittadini». Per il parlamentare pentastellato ora però bisogna agire sulla legge elettorale in modo da garantire la rappresentanza anche dei piccoli territori come quello reatino. «La rappresentanza - sottolinea - dipende dalla legge elettorale. Dal come vengono eletti i parlamentari: con l’attuale legge, infatti, noi non abbiamo eletto alcun senatore. Ed è un caso se abbiamo quattro parlamentari. Si tratta di congiunzione favorevole. Ma non sempre è stato così».

Le prospettive
Anche per il segretario cittadino del Pd, Vincenzo Di Fazio, bisogna mettere mano a una nuova legge di selezione dei parlamentari: «Che si lavori ora su una legge elettorale in grado di garantire la rappresentanza dei territori, anche piccoli come il nostro. Avrei certamente preferito conoscerne le linee guida prima di essere sottoposto al voto. È inutile dire, a ogni tornata elettorale, che occorre ripartire dai territori se poi non si dovesse prevedere una modalità per garantirne la rappresentanza nel consesso più importante». Daniele Sinibaldi, esponente di spicco di Fratelli d’Italia: «Che il sì avrebbe vinto era abbastanza scontato - evidenzia. - Secondo me è giusto ridurre il numero dei parlamentari e dei senatori a vita, non è giusto come è stato fatto, perché i collegi che andranno a perdere rappresentatività saranno quelli più piccoli. Come spesso succede, in Italia si fanno le cose a metà. È positivo l’adeguamento dei numeri dei parlamentari, ma con l’ampliamento dei collegi si impoveriranno i territori più piccoli. Tra l’altro, penso che con tutti i problemi che abbiamo nel Paese, questo del taglio dei parlamentari sia quasi irrilevante».

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