Uno sfogo, però, che ha provocato conseguenze devastanti e imprevedibili, perché il post, allegato al video hard di un minuto girato da due porno attori, in rete è diventato virale ed è stato ripreso da altre decine di siti pornografici in Italia e all'estero, e per la vittima non c'è stato modo di poter arginare la gogna su internet, subendo commenti di ogni genere. Un vero dramma per la giovane donna di 31 anni, la cui vita si è trasformata in un inferno soprattutto sul posto di lavoro, costringendola a cambiare il numero del telefonino, a non rispondere più alle chiamate a casa e a modificare le proprie abitudini di vita.
Tutto questo, mentre la Polizia postale, dopo la denuncia presentata dalla vittima e anche grazie alle sue indicazioni, non ha impiegato molto a risalire a colui che è ritenuto l'autore del post, incastrato dal computer personale (sequestrato) dal quale sarebbe stato spedito il messaggio. Si tratta di un reatino, dipendente di un ente pubblico, poco meno che quarantenne, appartenente a una famiglia di artigiani molto stimata. Alla fine, magistrato e inquirenti sono riusciti a ottenere la rimozione del video solo dal sito che per primo aveva ricevuto il messaggio con le immagini, ma non c'è stato niente da fare per gli altri che oggi, a distanza di oltre un anno, ancora visualizzano gli insulti e il filmato hard cliccando il nome della vittima sui portali di ricerca. Dell'inchiesta, scattata a marzo 2016 e condotta con molto riserbo, si è appreso solo nei giorni scorsi, dopo che il sostituto procuratore Cristina Cambi ha depositato gli atti notificando all'indagato l'avviso di conclusione indagini con il quale gli contesta il reato di diffamazione a mezzo stampa ai danni dell'ex fidanzata che, a sua volta, ha ricevuto l'atto in qualità di parte offesa e si appresta a costituirsi parte civile in un (eventuale) futuro processo se si arriverà al rinvio a giudizio dell'impiegato.
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