Rieti, soldi a tv privata
e settimanale: scatta il silenzio

Rieti, soldi a tv privata e settimanale: scatta il silenzio
di Raffaella Di Claudio
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Sabato 6 Maggio 2017, 08:51 - Ultimo aggiornamento: 13:23
RIETI - Comune blindatissimo ieri mattina, dove è arrivata forte e chiara la notizia della conclusione dell’inchiesta sui funzionari comunali, imprenditori e amministratori, accusati di aver gestito appalti e fondi della Pro loco attraverso un sistema clientelare che contemplava uno scambio di favori tra soggetti pubblici e privati.

Ieri mattina il sindaco Giuseppe Carconi e la maggioranza hanno tenuto una segretissima riunione nell’aula consiliare al cospetto di tutti i dipendenti e c’è da credere che l’oggetto dell’urgente summit che ha temporaneamente congelato l’attività amministrativa fosse proprio l’inchiesta in questione. Nella quale, tra gli indagati, accanto a imprenditori, funzionari comunali e al presidente della Pro loco, da ieri compaiono anche il sindaco Giuseppe Carconi e gli assessori Angelo Savioli e Pietro Dominici. Amministratori che finora non hanno rilasciato alcuna dichiarazione e che, di questa vicenda che vedeva il suo perno nello scomparso vicesindaco Vittore Antonini, si sono sempre detti all’oscuro.

Nel pomeriggio di ieri Il Messaggero ha provato a contattare il primo cittadino che, però, ha mantenuto fede al suo storico comportamento di chiusura rispetto alla vicenda. Questa volta però ha utilizzato una nuova strategia. In passato non rispondeva alle chiamate o in caso positivo diceva di non voler rilasciare commenti. Ieri, ha adottato uno schema nuovo: ha finto di non essere lui con un secco (e altrettanto bizzarro) «No scusi, ha sbagliato numero». Magari in consiglio comunale andrà meglio. La minoranza Primavera guidata da Veronica Diamilla è tornata a insistere sulla necessità di dimissioni di Carconi e della giunta, sottolineando come «pian piano stanno venendo fuori tutte le anomalie, come ad esempio quelle legate all’affidamento del servizio di refezione scolastica, che più e più volte abbiamo denunciato in consiglio comunale, salvo poi essere derisi dalla maggioranza».
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