Poggio Mirteto, paesaggio sabino e pittura nel workshop dell'Accademia delle Belle Arti di Roma

L'incontro
di Samuele Annibaldi
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Mercoledì 14 Ottobre 2020, 20:01 - Ultimo aggiornamento: 16 Febbraio, 11:37

RIETI - Finisce a Poggio Mirteto presso la Chiesa di San Paolo il Workshop dell’Accademia delle Belle Arti  di Roma.

Ieri il workshop dei ragazzi e delle ragazze dell’Accademia delle Belle Arti di Roma (nella foto di Natale Madeo)  ha salutato Poggio Mirteto e la chiesa di San Paolo, che li hanno ospitati per due settimane intense, con una giornata che aveva al centro il paesaggio sabino e la pittura.

Gli interventi

Ha iniziato la professoressa Dalma Frascarelli, che presso l’Accademia insegna Storia dell’arte, con una lezione sulla nascita della pittura di paesaggio nel Seicento e la rilevanza del territorio sabino, con il Tevere e l’onnipresente sfondo del Soratte, Poi i paesaggi della “Campagna romana” (concetto molto esteso, tanto da comprendere anche la Sabina) che non erano realizzati en plein air, ma dipinti in studio assemblando in varie forme i suoi elementi costitutivi: le rovine romane, l’acqua di un fiume, la vegetazione circostante. Anche nelle pitture “politiche” come quelle che Paul Brill realizzò proprio all’inizio del secolo per i principi Mattei con la raffigurazione dei loro feudi (tra cui alcuni in Sabina: Castel San Pietro, Rocca Sinibalda) ancor oggi si riconoscono gli edifici ma i dintorni sono di pura fantasia. Certo poi c’è un celebre acquarello di Claude Lorrain, con le anse del Tevere come sono ancora oggi sotto Nazzano, ma quello è un quadro che avrebbe potuto essere dipinto secoli dopo.

Dopo la professoressa è toccato alla sua allieva Floriana Boni estendere il discorso sul rapporto tra paesaggio sabino e arte ai secoli successivi al Seicento, fino ad arrivare al Novecento (e alle opere di Antonio Donghi ed Ettore De Conciliis), raccontando gli esiti della sua ricerca.

Ed è stato un lungo viaggio, tra immagini e testi, che ha raccontato le esperienze degli artisti e anche degli scrittori sette-ottocenteschi che facevano il Grand Tour in Italia e, prima o dopo essere stati a Roma, giravano per queste terre, dipingendone i panorami o raccontandone il fascino.

Le conclusioni e le Giornate del Fai

“Quello di ieri – hanno spiegato gli organizzatori del Workshop -è stato l’ultimo atto di un’esperienza che sicuramente ha arricchito molto i partecipanti ma che ha visto anche un ritorno di conoscenza, grazie ai tre pomeriggi di conferenze, per chi ha partecipato agli eventi e magari anche per chi ha letto i nostri modesti resoconti”.bSi spengono le luci a San Paolo, ma verranno riaccese presto, sabato e domenica, per le giornate d’autunno del Fai che, per quanto riguarda il Gruppo Fai Sabina, vedranno anche l’apertura eccezionale del complesso di Santa Maria in Legarano a Casperia

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