Rieti, Festa della Musica:
il reatino Giuseppe Ottavio Pitoni
nell'Enciclopedia Treccani

Giuseppe Ottavio Pitoni
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Mercoledì 22 Giugno 2016, 12:29
RIETI - Anche la città di Rieti, come in tutta l’Europa, sta celebrando in questi giorni la “Festa Europea della Musica”. E’ da ricordare che la prima Festa europea della musica, partendo dal principio ispiratore “Fate la musica”, è nata in Francia il 21 giugno del 1982 per iniziativa del Ministro della Cultura, Jack Lang, inventore, oltre che della Festa della Musica, anche delle Giornate nazionali del patrimonio. E’ dal 1985 che la festa è stata estesa ad altri Paesi dell’Europa e del mondo.

E’ in questa particolare circostanza che si ha notizia che l’Enciclopedia Treccani ha inserito, nel volume 84, pubblicato recentemente, la voce del musicista reatino Giuseppe Ottavio Pitoni redatta dal musicologo tedesco Siegfried Gmeinwieser dell’università di Ratisbona. Nella nota biografica viene sottolineato quanto sia stata determinante, nel Sei-Settecento, l’attività pratica e didattica svolta nel campo della musica dal reatino Pitoni tanto da meritarsi l’appellativo di “massima espressione del barocco polifonico romano”.

PARTE DEL TESTO DA TRECCANI
Treccani Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 84 (2015)
di Siegfried Gmeinwieser:
"Pitoni, Giuseppe Ottavio - Nacque il 18 marzo 1657 a Rieti, primogenito del reatino Vincenzo Pitoni, di famiglia agiata, e di Lucrezia Tedeschi, originaria di una famiglia ferrarese in vista.-Ebbe una sorella, Isabella, e due fratelli, il prelato Francesco Maria, poi confessore di Benedetto XIII, e Flavio, pittore. Il padre, addottorato in diritto civile e canonico, ottenuta dopo un lungo periodo interinale la licenza di stampa in Rieti, prese in carico il ramo reatino della nota stamperia romana di Giovanni Battista Robletti. Cessata la pestilenza del 1657, Vincenzo si trasferì a Roma quando Giuseppe Ottavio aveva soli undici mesi. A cinque anni il ragazzo fu avviato allo studio della musica dal noto didatta Pompeo Natali; nel 1665 divenne puer cantus in S. Giovanni de’ Fiorentini, e in seguito nella basilica dei SS. Apostoli. Dopo la muta della voce, intorno al 1670, passò alla scuola di Francesco Foggia, in casa del quale abitava tutta la famiglia Pitoni.
Nel 1673 risulta maestro di cappella a Monterotondo, nel 1674 ad Assisi, dove si diede a studiare e a trascrivere le opere di Giovanni Pierluigi da Palestrina. Prestato servizio per un certo periodo come maestro di cappella nella cattedrale di Rieti (non senza tenere contatti con le confraternite locali), nel 1676-77 fu chiamato a S. Marco a Roma (in palazzo Venezia); fu anche organista a S. Girolamo della Carità (fino al 1679) e a S. Giacomo e Ildefonso della nazione spagnola. Diresse pure musiche in S. Apollinare e nel Collegio germanico, dove abitò (dal 1686 alla morte), in S. Lorenzo in Damaso (1692-1721), in S. Agostino (1708-33). Ebbe altri offici di maestro di cappella in S. Maria della Pace (1694), S. Stefano del Cacco, S. Maria in Via Lata, S. Maria in Campitelli, S. Carlo ai Catinari e nell’Arciconfraternita degli Angeli custodi. Dal 1708 al 1719 diresse la Cappella Pia in S. Giovanni in Laterano, mentre nel 1709 declinò l’invito a succedere ad Alessandro Scarlatti in S. Maria Maggiore. Nel 1719 divenne maestro di cappella in S. Pietro in Vaticano, ufficio che tenne fino alla morte. Dal 1694 al 1721 lavorò inoltre per il Capitolo di S. Lorenzo in Damaso, dove dal 1696 al 1731 curò le esecuzioni musicali del cardinale Pietro Ottoboni. Fu incaricato di comporre e dirigere anche «musiche straordinarie» in diverse chiese e oratorii.
Ebbe per allievi, tra gli altri, Francesco Antonio Bonporti, Girolamo Chiti, Francesco Feo, Francesco Durante. Nel tracciarne il profilo biografico (1744), Girolamo Chiti vantò in Pitoni, oltre l’erudizione e lo zelo, anche il carattere umanissimo di quello ch’egli chiamò «l’oracolo di Roma» in materia di musica. Dal 1676 fu affiliato alla Compagnia dei musici di S. Cecilia di Roma ed ebbe spesso l’incarico di «primo guardiano dei maestri».
Morì a Roma il 1° febbraio 1743. Fu tumulato nella tomba di famiglia in S. Marco".
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