Sergio Pirozzi non allenerà la Sambenedettese: «Le minacce alla mia famiglia, l'ironia sul terremoto: è troppo»

Nel mirino dei tifosi il suo rapporto con l'Ascoli, Pirozzi reagisce su Facebook

Uno dei post su facebook contro Sergio Pirozzi (foto da pagina facebook di Sergio Pirozzi)
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Domenica 19 Dicembre 2021, 12:55 - Ultimo aggiornamento: 21 Febbraio, 15:37

RIETI - Sergio Pirozzi non allenerà la Sambenedettese. Il consigliere regionale ed ex sindaco di Amatrice, che in passato ha portato il Rieti in serie C e ha guidato il Trastevere in serie D getta la spugna di fronte alla reazione di dell'ambiente legato alla tifoseria ultras della Sambenedettese, in particolare alla curva nord che aveva esposto al molo uno striscione "Pirozzi resta tra le pecore San Benedetto ti schifa!”. Uno striscione che aveva destato sgomento ad Amatrice ricevendo attestati di solidarietà sia dal club amatriciano che dal sindaco Cortellesi, oltre al sostegno giunto via social da tantisismi sportivi.

Il buon rapporto con l'Ascoli, di cui aveva allenato la Primavera, e la vicinanza del club bianconero durante il sisma non è andato giù ad alcuni “elementi” del tifo rossoblù.

E attraverso un post su facebook Pirozzi, nato a San Benedetto del Tronto, ha fatto chiarezza sulla situazione venutasi a creare: minacce ai figli e alla famiglia, i commenti ironici sul terremoto. Davvero troppo, anche se fatto «da quattro esaltati».

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Il post di Sergio Pirozzi su facebook
«Nell’ultima settimana sono successe diverse cose, alcune gravi. Stavo per tornare ad allenare, che è la mia grande Passione. Dovevo allenare la Sambenedettese. Poi, però, a qualcuno, che pensa di rappresentare una tifoseria e una città questo non andava bene. E fino a qui fa parte del gioco e ci sono abituato».


«Quello che non posso accettare però è che quattro esaltati abbiano indirizzato minacce ai miei figli, alla mia famiglia, senza che nessuno, dico nessuno, deputato a farlo abbia speso una parola verso l'Uomo e la sua storia.
Di che cosa mi si accusa? Di essere legato all’Ascoli, alla sua curva, che scavò nelle Macerie di Arquata (del compianto Amico sindaco Aleandro Petrucci). Lo confermo. Come sono tifoso dell’Atalanta e della sua gente e di tutti i gruppi ultras che dopo il terremoto hanno dimostrato all’Italia intera cosa significa solidarietà. Grazie a loro Amatrice ha strutture sportive dove oggi giocano i bambini. Ecco, questa è la storia».


«Avrei voluto allenare la Sambenedettese che andavo a vedere da bambino, avrei voluto far bene a San Benedetto del Tronto dove ho tanti amici e dove sono nato. Non è stato possibile perché non metto a rischio l’incolumità e la serenità dei miei cari».

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«Mi hanno ferito i commenti ironici sulla Tragedia del Terremoto. Sono un allenatore professionista per passione (senza quella non puoi far niente nella vita). Straccio il contratto e ritorno tra le Macerie e le Pecore dei Monti della Laga...».

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