Violazione urbanistica, "terremoto" a Petrella Salto

L'area
di Renato Retini
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Giovedì 16 Luglio 2020, 06:51 - Ultimo aggiornamento: 15 Febbraio, 12:58
RIETI - Un progetto realizzato su un’area diversa rispetto a quella prevista in origine, e per il quale era stata rilasciata una regolare autorizzazione. Un cambio in corsa al solo scopo di sfruttare una procedura semplificata rispetto a quanto, invece, sarebbe stato necessario fare se fossero state rispettate le norme tecniche di attuazione in materia urbanistica. Una scorciatoia, che ha portato il gip del tribunale, Riccardo Porro, ad accogliere la richiesta presentata dal sostituto procuratore Tommaso Giovannetti di sequestro preventivo del terreno interessato dall’intervento delle ruspe, una zona soggetta a tutela integrale, che si trova a poca distanza dal lago Salto e adiacente alla strada provinciale che dalla diga conduce all’abitato di Fiumata. Il provvedimento, deciso per impedire l’ulteriore alterazione dei luoghi, è stato eseguito dall’aliquota dei carabinieri presso la procura e custode giudiziario è stato nominato uno dei cinque indagati per violazione della legge urbanistica e del codice dei beni culturali. Solo nei confronti del progettista, un ingegnere reatino, la procura ipotizza anche l’ulteriore reato di falsità ideologica in quanto avrebbe falsamente attestato la conformità del progetto a quanto autorizzato. Insieme al professionista, l’indagine coinvolge due tecnici del Comune di Petrella Salto, un architetto responsabile del subprocedimento in relazione al rilascio del nulla osta paesistico, e il responsabile dell’area tecnica, colui che ha materialmente firmato l’autorizzazione paesistica per consentire l’esecuzione dei lavori. Indagata anche la rappresentante legale dell’impresa edile che ha effettuato le operazioni, e un dirigente della Provincia, l’ente committente. L’inchiesta, secondo quanto si è appreso, era nata alla fine dello scorso anno in base a un rapporto dei carabinieri forestali del Comando gruppo di Rieti nel quale veniva messa in evidenza l’illegittima realizzazione di opere non previste o, comunque, realizzate in un luogo diverso da quello indicato nel progetto originario. In particolare, un tracciato lungo 130 metri, un piazzale di 380 metri quadrati e la demolizione parziale di un muro di contenimento. Tutto abusivo, non solo per la procura, ma anche per il dirigente della Provincia che aveva firmato l’ordine di ripristinare l’area, eseguito solo in parte. Le opere, una volta terminate, avrebbero permesso ai pescatori di raggiungere le sponde del lago trasportando più agevolmente il materiale necessario per l’attività sportiva. 
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