Rieti, peste suina: nessun altro capo infetto. La zona rossa sta per finire

Cinghiali (foto d'Archivio)
di Giacomo Cavoli
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Domenica 23 Ottobre 2022, 00:10

RIETI - Il condizionale è tutt’ora d’obbligo, ma già nei primi giorni della nuova settimana potrebbe essere pubblicato in Gazzetta Ufficiale il provvedimento emanato dal Ministero della Salute, insieme al commissario straordinario per la peste suina, Angelo Ferrari, che potrebbe decretare la fine della zona rossa per i nove Comuni di Borgo Velino, Micigliano, Posta, Borbona, Cittaducale, Castel Sant’Angelo, Antrodoco, Petrella Salto e Fiamignano (e quello abruzzese di Cagnano Amiterno), circoscritti all’interno dell’area sottoposta a controlli dopo il ritrovamento dell’unica carcassa di cinghiale risultata positiva al virus della peste suina africana, il 26 maggio scorso, a Borgo Velino.

Un'estate di ricerche. Gli esami approntati sull’animale investito da un tir sulla Salaria a Borgo Velino avevano restituito esito positivo sulla presenza del virus, risultato poi confermato dall’istituto zooprofilattico al quale erano stati inviati i due campioni prelevati dalla Asl di Rieti. La Asl aveva quindi dato il via ad indagini e riscontri incrociati, insieme alle squadre composte dal personale dei quattro Comuni più prossimi di Borgo Velino, Cittaducale, Castel Sant’Angelo e Antrodoco, dai carabinieri forestali e da diversi cacciatori, alla ricerca di altri cinghiali deceduti a causa del virus. Tre giorni di battute, in particolare nelle zone boschive circostanti, incrociando anche i dati relativi alla presenza di allevamenti suini e di eventuali chiamate effettuate ai veterinari della zona, che però avevano restituito esito negativo. A partire dal 1° giugno, la Regione Lazio aveva comunque istituito la zona rossa, ma l’attività di monitoraggio e ricerca attiva delle carcasse condotta per tutto il mese di giugno lungo i 40 chilometri suddivisi tra il territorio di Borgo Velino, Micigliano, Antrodoco, Castel Sant’Angelo e, in minima parte, Cittaducale, non ha mai portato alla scoperta di ulteriori casi, mettendo così al riparo anche gli allevamenti reatini dal rischio di macellazione preventiva.

Il 28 giugno, i risultati delle ricerche erano infine stati mostrati dal gruppo di lavoro dei veterinari della Asl di Rieti alla commissione europea “EuVet”, inviata a Rieti, con esperti nei settori di scienze veterinarie, virologia, fauna selvatica, test di laboratorio e gestione del rischio. Il monitoraggio del territorio era stato comunque protratto fino allo scorso 30 settembre ma, giunti a questo punto e considerata la possibilità di pubblicazione del decreto che sancirà la fine della zona rossa, verrà anche scongiurata del tutto l’ipotesi - ventilata a fine giugno - della possibile durata di un anno della zona interdetta, dunque fino al 1° giugno 2023. La pubblicazione in Gazzetta Ufficiale dovrebbe quindi garantire una partenza in serenità anche al normale calendario della caccia, dal 2 novembre al 31 gennaio, con tutte le modalità consentite (braccata, girata e selezione). L’unica domanda che appare invece destinata a non trovare una risposta è come l’unico esemplare ritrovato a Borgo Velino sia finito nel territorio reatino.

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