RIETI - La peste suina africana rilevata sulla carcassa del cinghiale investito da un tir giovedì a Borgo Velino tiene con il fiato sospeso gli allevatori reatini. Nella giornata di oggi si riunirà in videoconferenza il tavolo interistituzionale tra Asl di Rieti, Regione Lazio e Ministero della Salute per decidere se istituire o meno la zona rossa nell’area reatina, in base ai risultati ottenuti attraverso le indagini e i riscontri incrociati condotti in questi ultimi giorni dall’azienda sanitaria locale.
Le indagini. Le verifiche della Asl, condotte con l’ausilio dei tre Comuni di Cittaducale, Antrodoco e Castel Sant’Angelo più prossimi alla zona di Borgo Velino e in collaborazione con il personale dei tre Enti, dei carabinieri forestali e dei cacciatori della zona, finora non hanno rilevato la presenza di altre carcasse di cinghiali infette. La ricerca di cinghiali morti nella zona è infatti il principale obiettivo, per capire se il caso di Borgo Velino possa essere ritenuto come isolato o, invece, il segnale d’allarme di un possibile focolaio. Fino ad ora, tuttavia, le ricerche hanno restituito esito negativo, mentre i riscontri incrociati non avrebbero segnalato casi di malattia o morti sospette tra i suini degli allevamenti della zona. Al momento, dunque, i casi di peste suina continuano a salire soltanto nell’area romana, come annunciato ieri dall’assessore regionale alla Sanità, Alessio D’Amato: «Salgono a 15 i casi positivi di peste suina sui cinghiali - ha dichiarato all’Ansa D’Amato. - Quattordici nell’area perimetrata romana e uno a Rieti a Borgo Velino. I servizi veterinari delle Asl proseguono nell’attività di monitoraggio e controllo. Attendiamo la perimetrazione della nuova zona rossa nel Reatino».
I criteri. E proprio l’istituzione di una possibile zona rossa reatina è la notizia da attendere oggi.
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