Rieti, peste suina: allerta macellazione

I confini della zona rossa
di Giacomo Cavoli
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Domenica 5 Giugno 2022, 00:10 - Ultimo aggiornamento: 23 Febbraio, 09:19

RIETI - Ad istituire la zona infetta negli otto Comuni di Borgo Velino, Micigliano, Posta, Borbona, Cittaducale, Castel Sant’Angelo, Antrodoco, Petrella Salto e Fiamignano (e, per l’Abruzzo, di Cagnano Amiterno, in provincia di L’Aquila), al momento, c’è soltanto il dispositivo emesso dal ministero della Salute. Ma se nelle prossime ore o giorni la Regione Lazio dovesse emanare una propria ordinanza, allora anche nei Comuni del Reatino prenderebbe il via la macellazione immediata dei suini presenti all’interno degli allevamenti commerciali, sia per la tipologia dei semibradi che per quelli misti con suini, cinghiali o meticci: a confermarlo a Il Messaggero è la stessa direttrice sanitaria della Asl di Rieti, Assunta De Luca. La macellazione rientra infatti tra le misure previste dall’ordinanza emanata dal Commissario straordinario per la peste suina Angelo Ferrari per la zona infetta romana e che, con le opportune modulazioni basate sulle differenze territoriali, sono in parte già in atto e altre verranno messe in campo al momento dell’emissione dell’ordinanza da parte della Regione.

L'abbattimento. Le operazioni di abbattimento verrebbero condotte dalla Asl di Rieti in stretta collaborazione sia con gli allevatori che con il mattatoio di Borbona, individuato come struttura idonea alle macellazioni: «Stiamo contattando gli allevatori degli otto Comuni reatini per anticipare loro che la Asl di Rieti è in procinto di attuare la programmazione della macellazione – spiega De Luca – Abbiamo individuato il mattatoio di Borbona come idoneo alle operazioni e gli allevatori hanno compreso perfettamente la situazione e si stanno comportando tutti in maniera estremamente collaborativa: purtroppo, quando si verifica un’epidemia di questo genere è necessario tutelare l’intera sanità pubblica.

Gli indennizzi per le macellazioni? Sono previsti all’interno delle ordinanze e dei regolamenti ministeriali ed europei, ma è prematuro parlarne: prima si dovrà eventualmente arrivare all’ordinanza regionale che darà il via alla macellazione, che è un atto senz’altro cautelativo in un momento come questo». A quel punto, si potrà accedere alle pratiche d’indennizzo.

I dubbi. Nel frattempo, da parte delle squadre dei cacciatori prosegue giorno dopo giorno la perlustrazione del territorio dei quattro Comuni che ruotano intorno a Borgo Velino, alla ricerca di potenziali carcasse di cinghiali infetti. Tuttavia, fino ad ora ed a partire dalla scorsa settimana, le uniche segnalazioni effettuate dalle squadre sono state quelle di avvistamenti di cinghiali apparentemente in buona salute e, da parte dei cittadini, di carcasse presenti a lato delle sedi stradali: probabilmente cinghiali investiti, ma sulle quali gli esami della peste suina africana hanno sempre restituito esito negativo. Fra i cacciatori stessi e anche negli ambienti deputati alla gestione dell’emergenza si stanno dunque iniziando a fare largo, già da qualche giorno ormai, i dubbi che l’unica carcassa affetta da peste suina e ritrovata investita lungo la Salaria, nel Comune di Borgo Velino, non sia arrivata lì troppo per caso. Cosa possa essere realmente accaduto, nessuno sa dirlo: per ora si avanzano soltanto congetture prive di ogni riscontro. Ma qualche dubbio serpeggia anche all’interno della Asl di Rieti: «Questa domanda ce la stiamo facendo un po’ tutti – conclude De Luca - Prima di tutto, l’azienda sanitaria è focalizzata nel capire quale sia il livello epidemiologico nella zona reatina. Ma il fatto che, fino ad oggi, il virus sia stato rilevato su un solo esemplare può far pensare che si tratti di animali non provenienti dalle zone circostanti, ma ben più lontane». E in che modo quel cinghiale sia arrivato sulla Salaria - costringendo ad istituire una zona infetta in ben otto Comuni del Reatino, con tutti i disagi che ne conseguono - se lo stanno domandando un po’ tutti.

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