Da Bagheria alle terre francescane: il viaggio della rinascita di Nino. Foto

Nino a Rieti
di Emanuele Faraone
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Giovedì 24 Novembre 2022, 22:34 - Ultimo aggiornamento: 22:35

RIETI - Un viaggio del cuore e della mente ma, soprattutto, dell'anima e senza selfie: dalla Sicilia fino ad Assisi, a piedi in compagnia del suo cavallo che traina il carretto per un’impresa di coraggio, ispirazione e tanta incoscienza, come lui stesso la definisce.

 

È la storia di Nino Buttitta, 44 anni, ristoratore di Bagheria (Palermo) e del suo compagno di viaggio: “Gandalf il grigio” che non è il celebre personaggio fantasy del “Signore degli anelli”, ma un possente cavallo francese di razza Percheron. Cinquantuno giorni di viaggio (partenza il 4 ottobre, in onore di San Francesco), 1300 chilometri di spiritualità percorsi ad oggi fino a Rieti senza pensare mai alla mèta finale, ma organizzandosi tappa dopo tappa, sostando e dormendo in strutture pubbliche e private, in case, stalle, b&b e cascine. E non senza rischi e pericoli.

È stanco e provato Nino ma ora - a separarlo da Assisi – ci sono poco più di 150 chilometri e ancora alcuni giorni di cammino con tappe da 4 o 5 ore di tragitto quotidiano (inizialmente erano anche 6 o 7 ore).

Ad attenderlo, per la conclusione dell’impresa nella città di San Francesco ci saranno - oltre alla preoccupatissima moglie - il sindaco, una squadra di amici di Bagheria e i giornalisti di “Cavallo magazine”.

Il motivo del viaggio? «Il Covid ha bloccato la mia attività e la mia vita – spiega Nino - mi sentivo un uomo fallito e inutile, un peso per la mia famiglia. L’incontro casuale con questo cavallo mi ha aiutato psicologicamente ed il pellegrinaggio dove è nato San Francesco, è il ringraziamento perché ce l’ho fatta ad uscire da quel brutto tunnel».

I due compagni - uno su due gambe, l’altro su quattro zampe - procedono in solitaria: «andiamo insieme, è un cammino da amici, alla pari, senza padroni, condividendo il viaggio – prosegue il ristoratore palermitano – sono uno che non sa stare fermo e preferisco camminare».  

E sono tante le avventure e le difficoltà incontrate da questa coppia come camminare sotto una tempesta di pioggia e fulmini senza posti dove potersi riparare a Bagnara Calabra con le saette a pochi metri da loro (“miiinchia che roba!” ricorda ancora terrorizzato), le difficoltà avute in Irpinia per trovare alloggi e ristoro per il cavallo o quando, senza segnale, ha dovuto procedere “al buio” senza poter utilizzare il navigatore Gps, oppure i pericolosissimi passaggi in lunghe galleria nonostante luci e segnalatori luminosi.

Ma nonostante tutto la meraviglia del viaggio, oltre ai paesaggi mozzafiato, sono ostati i colori dell’Italia e l’accoglienza della gente comune: «Ho visto il cambiamento dei territori e degli accenti regionali, le differenti cucine, ho respirato profumi diversi, ho conosciuto popoli e persone. Non sono mai stato solo. Sono rimasto colpito e commosso dalla solidarietà e dall’accoglienza della gente. Ho dormito in casa di sconosciuti, le persone mi hanno aperto le porte. E’ questa la parte più bella, quella che non fa cronaca o rumore ma vive di sentimento. Ogni giorno riparto con le lacrime agli occhi. Magari per chi ha donato è poca cosa, ma per me, che in questo viaggio non ho molto, è davvero tantissimo».

Così c’è Lidia che ad Avellino voleva offrigli ospitalità per sempre o il nonnino calabrese che gli corre dietro per riempire il carretto di birra e formaggio. «E’ stato un viaggio unico e straordinario – prosegue Nino Bottitta – quello che vedi camminando a 5 chilometri orari non lo osserverai mai andando in bici, in auto o in aereo. Un viaggio senza selfie ma del corpo e dell’anima per avere percezione di quanto è grande il mondo».

Tra i luoghi più belli che ha attraversato – piccolo vanto reatino – c’è anche la Valle del Salto oltre a zone di mare e i meravigliosi scorci abruzzesi. A Rieti Nino è stato ospite ed ha pernottato dall’amico Roberto dell’F.R. Ranch di Rieti di via Criano che lo ha accolto e salutato con una conviviale e un’allegra tavolata di amici. Ma poi per Nino è proprio ora di andare a letto. Ma il viaggio di ritorno, viene inevitabilmente da chiedersi, come sarà? Sorride: «Sopra un camion».    

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