Passo Corese, vietato l’uso del palazzetto. Le associazioni sportive in crisi: «Significa morire»

Passo Corese
di Raffaella Di Claudio
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Mercoledì 21 Ottobre 2020, 00:10 - Ultimo aggiornamento: 16 Febbraio, 13:14

RIETI - Il palazzetto dello sport di Passo Corese chiude le porte alle associazioni di calcio a cinque. In attesa che le istituzioni decidano di assumersi o meno la responsabilità di concedere l’utilizzo promiscuo della struttura a studenti e associazioni, le piccole realtà sportive rischiano di rimanere schiacciate da divieti e costi troppo esosi da sostenere. A Fara Sabina il dirigente scolastico del polo didattico, Giovanni Luca Barbonetti non ha concesso il nulla osta all’uso della struttura da parte di Cures calcio a cinque maschile presieduta da Mattia Ponzani e Sabina Lazio calcetto femminile guidata da Federico Martini e che vede tra le atlete l’assessore allo Sport di Fara, Cristina Di Felice. Ponzani e Martini hanno avviato un’autentica battaglia di sopravvivenza. «Preventivamente ci viene impedito di usare una struttura pubblica - dichiara Ponzani, facendosi portavoce delle istanze del collega Martini. - Non possiamo svolgere la nostra attività e applicare un protocollo di sicurezza che siamo perfettamente in grado di garantire. Per le nostre associazioni, significa morire. Non abbiamo più una casa. Siamo costretti a cercare su Roma altre strutture, con costi insostenibili. C’è una proprietà (la Provincia, ndr) che non si assume la responsabilità e mette nelle condizioni gli altri interlocutori, il preside nel caso specifico, di diventare protagonisti e tenere in ostaggio lo sport a Passo Corese.

La mia società e quella guidata da Martini hanno complessivamente un centinaio di iscritti cui viene vietato di utilizzare una struttura pubblica». «Le associazioni - ribatte Barbonetti - hanno tutta la mia solidarietà ma io, come ha fatto la stragrande maggioranza dei colleghi di Rieti, a oggi non mi sento di dare l’autorizzazione, almeno fino a Natale. Poi vediamo come va la curva dei contagi, se le misure permettono un contenimento e se la Provincia mi garantisce che riuscirà a fare una sanificazione efficiente, se ne riparlerà».

La ricerca di un accordo
Più possibilista il presidente della Provincia, Mariano Calisse. «Abbiamo fatto un incontro con tutti i presidi - afferma. - Se un dirigente non dà il nulla osta noi possiamo anche concedere alle associazioni la struttura, ma vorrei evitare tensioni. E sto lavorando per questo. Abbiamo raggiunto un accordo secondo cui, se la scuola non usa la struttura il pomeriggio, la Provincia paga la redazione di un piano di utilizzo delle associazioni, firmato e asseverato dalla società che fa il servizio di sicurezza sui luoghi del lavoro. Appena me lo consegnano lo sottopongo ai presidi. Comprendo le loro preoccupazioni ma sono ottimista che si possa trovare una soluzione». Della quale le associazioni hanno bisogno quanto prima.

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