Amatrice, raggiunge il Pass per un malore ma il medico a quell’ora è assente

Pass di Amatrice
di Sabrina Vecchi
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Mercoledì 3 Agosto 2022, 00:10

RIETI - Brutta esperienza per una donna di quarantasette anni, residente in una frazione di Amatrice, che è dovuta recarsi d’urgenza al Pass sanitario del paese, a causa di un fortissimo malessere, ma non ha trovato un medico ad assisterla. «Nel pomeriggio di lunedì primo agosto, mia moglie ha iniziato ad accusare un dolore alla testa che le impediva perfino di stare in piedi. Piangeva e stava davvero molto male - racconta il marito. - Abbiamo capito subito che non era una normale emicrania, gestibile con un farmaco da banco, per cui l’ho portata subito al punto sanitario che si trova nei pressi dell’ex istituto Giovanni Minozzi, dato che non era assolutamente in grado di guidare».

La testimonianza. Una volta giunta al Pass, alla signora è stato comunicato dalle infermiere presenti che la dottoressa stava usufruendo dell’orario ridotto causa allattamento, era quindi andata via alle ore 16: «Noi siamo arrivati all’incirca alle 17 - riferisce la coppia - quindi non è stato possibile svolgere una visita.

Le due infermiere erano visibilmente imbarazzate, ci hanno suggerito di chiamare il 118 per richiedere una ambulanza che potesse trasportare a Rieti oppure di raggiungere direttamente il Pronto soccorso dell’ospedale di Rieti de Lellis o quello del nosocomio di Ascoli Piceno». Moglie e marito aggiungono: «A quanto sappiamo dai racconti di altri cittadini, questi accadimenti sono già avvenuti in altre circostanze ad altre persone, che hanno però deciso di rimanere in silenzio: ormai questo paese sembra diventato indolente, come anestetizzato. Non solo non abbiamo un servizio sanitario, ma siamo anche costretti ad impiegare un’ambulanza che dovrebbe essere sempre libera per circostanze gravi, non per malori che potrebbero essere risolti da un medico di medicina generale». Da qui, una considerazione generale sul territorio e i suoi molteplici problemi. «Parliamo tanto di contrastare lo spopolamento di queste aree interne - concludono - e poi capitano certe cose: chi ha persone anziane o fragili ha paura a stare qua, se continuiamo così quando costruiranno il nuovo ospedale non potrà andarci nessuno perché ormai saremo andati tutti via».

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