Rieti, addio a Paola Cioni studiosa e scrittrice

Paola Cioni
di Luigi Ricci
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Mercoledì 10 Novembre 2021, 00:10

RIETI - È scomparsa improvvisamente, nella casa dove viveva in Russia, una delle eccellenze della nostra provincia, magari meno nota di altre, ma di elevate qualità intellettuali e culturali a livello internazionale. Si tratta di Paola Cioni, direttrice dell’Istituto italiano di Cultura di San Pietroburgo, in Russia, morta a 58 anni essendo nata ad Amatrice nel 1963. La sua casa andò distrutta nel terremoto del 2016 e solo il caso evitò che i suoi familiari restassero coinvolti. La studiosa, specialista dello scrittore Maksim Gorkij, lascia due figli, Giosuè e Ludovico, e un gran vuoto tra studiosi e scrittori coi quali ha collaborato: da Dacia Maraini a Mirella Serri, da Cesare De Michelis a Giuseppe Monsagrati, storico del Risorgimento.
Dotata di grande passione per la storia e di notevole competenza, Paola Cioni si laureò in Lingua e letteratura russa presso la Sapienza di Roma sotto la guida di Michele Colucci e Clara Castelli, quindi svolse un accurato lavoro di ricerca nel campo dell’insegnamento e delle missioni all’estero. Dal 2007 al 2012 diresse l’Istituto di Francoforte, quindi, dopo altri quattro anni a Vilnius (Lituania), nel 2017 si trasferì a San Pietroburgo. Specialista del grande scrittore Maksim Gorkij, al quale dedicò numerose monografie esaltandone il genio e le contraddizioni, Paola Cioni aveva allargato il raggio della propria attività su vari aspetti della storia contemporanea, dedicando particolare attenzione al ruolo delle donne nel ‘900 in Italia, tratteggiando un profilo di Angelica Balabanov nel volume che raccoglieva scritti di vari autori dal titolo “Donne della Grande Guerra”. Importantissimo il profilo dedicato a Teresa Noce, “Vivere in piedi”, in un altro libro, “Donne della Repubblica”, insieme a quelli scritti su Patty Pravo e Krizia nel testo “Donne del ‘68”. Paola Cioni collaborava anche al blog “La nostra storia” del corriere.it, per il quale ha redatto articoli di alto valore che spaziavano dai legami di Antonio Gramsci con la Russia al profilo del premio Nobel per la letteratura Svetlana Aleksievic.

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