Il forno di Rieti da novanta anni devoto a Sant'Antonio

ennio Flammini con la moglie Milena nel forno Panificio Sabino
di Luigi Ricci
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Sabato 26 Febbraio 2022, 00:10 - Ultimo aggiornamento: 22 Febbraio, 08:25

RIETI - Una vita semplice, dedicata al lavoro e a onorare Sant’Antonio. Si potrebbe sintetizzare in questa maniera la figura di Elio Flammini, storico panettiere reatino insignito di numerose onorificenze, a iniziare da quella di Cavaliere del lavoro conferitagli dal Prefetto nel 1996, per aver portato avanti la lunga tradizione del “Panificio Sabino”, ereditata dal padre Marino e trasmessa successivamente al figlio, il quale porta ovviamente il medesimo nome del nonno, e che si tramanda ormai da circa novanta anni. 

La storia. Tutto comincia intorno agli anni ‘30, prima dell’inizio della seconda guerra mondiale – e nella speranza che non ce ne sia mai un’altra – quando Marino Flammini inaugurò l’attività in via della Verdura nei locali lasciati a fine anni ‘60, e dove per un certo periodo aprì un pub denominato “La Botte”, per poi trasferirsi nella più ampia sede attuale, situata in via San Francesco, nel quartiere d’origine della famiglia.

Un lavoro portato avanti con tanta passione e dedizione insieme alla moglie Milena, e da sempre contraddistinto per la qualità dei prodotti.

Ho ereditato il mestiere da mio padre – spiega il figlio Marino – il quale purtroppo ci ha lasciati troppo presto, nel 1998, ad appena 61 anni. Mia sorella invece ha seguito un’altra strada per cui sono io a portare avanti la tradizione che spero possa continuare ancora per molto tempo».

Il santo patrono. Papà Elio non ha trasmesso a Marino solo l’arte della panetteria ma anche il culto di Sant’Antonio: «Essendo appartenenti al quartiere di San Francesco – spiega l’interessato – mi sembra abbastanza naturale, anche se ovviamente ha influito il fatto che mio padre sia stato per tantissimi anni uno dei quattro Capi che dirigono una delle squadre da 16 portatori che si alternano a trasportare sulle spalle la “macchina” del Santo che pesa quasi due tonnellate». Si tratta di un privilegio che spetta a pochi quello di gestire gli addetti, che vengono estratti a sorte per poi essere distribuiti equamente su entrambi i lati in base all’altezza e alla forza fisica, e ai quali spetta l’oneroso compito di sorreggere il Santo lungo le vie di Rieti durante la processione di fine giugno.

«Io invece – prosegue il figlio Marino – ho ricoperto la carica di priore della Pia Unione dal 2012 fino a oggi, dopo aver lasciato il posto ad Alessandro Brunelli, anche se continuo a fare sempre parte del Direttivo». Inevitabile il dispiacere per gli ultimi due anni in cui la pandemia ha condizionato anche lo svolgimento della processione: «Speriamo che quest’anno si torni alla normalità - si augura Marino – Sarebbe ancora più bello vivere l’atmosfera che precede la processione, che comincia con la famosa colazione a base di cioccolata nella quale serviamo i nostri biscotti che, oltre alla preparazione di base, contengono un paio di ingredienti che ovviamente non posso rivelare», ma che si possono gustare ogni giorno e non solo in occasione della processione.

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