Rieti: palestre e piscine, difficoltà per le associazioni sui ristori

Piscina (Archivio)
di Giacomo Cavoli
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Mercoledì 24 Marzo 2021, 00:10

RIETI - Arrivano i soldi per i collaboratori sportivi, ma non per le società che consentono, a chi allena, di poter lavorare. È il paradosso con il quale in questi giorni si scontrano anche le associazioni sportive reatine, gestrici soprattutto di palestre e piscine, dopo la recente pubblicazione del Decreto Sostegni.

Le osservazioni
Sul fronte delle palestre, a mettere in evidenza l’incongruenza è Daniele Mariantoni, della “Infinity Wellness” di via del Terminillo: «Nel Decreto si parla di ristori a favore delle Partite Iva, ma in Italia quasi il 90 per cento delle strutture sportive sono associazioni o società sportive che nascono con una finalità di promozione dello sport e quindi con una tassazione diversa da una normale srl - spiega Mariantoni. - Come società abbiamo sì una Partita Iva, ma senza essere considerati come tale: non rientrando così in questo decreto, alle società sportive non è stato destinato nulla in termini di aiuti a fondo perduto o di ristori.

Diverso invece il discorso dei collaboratori sportivi che sono stati associati a lavoratori autonomi, a favore dei quali è stata quindi calcolata una graduatoria per dare un aiuto: alla fine, però, la morale della favola è che il collaboratore ha ottenuto soldi, mentre la società sportiva no, nonostante ci fossero stati promessi il credito d’imposta e un fondo perduto. Così ora, a partire da ottobre, ci troviamo ad affrontare sei mesi di chiusura più i tre mesi della prima parte del 2020, usufruendo soltanto dell’aiuto minimo fornito nel 2020 e che adesso è invece pari a zero. Lavorare? I decreti offrono delle soluzioni, come il lavoro all’esterno, finché si è in zona bianca, gialla e arancione: noi a febbraio abbiamo provato con allenamenti funzionali e arti marziali senza contatto, ma sono soltanto dei palliativi, non un vero lavoro e se si riesce a coprire una parte delle spese siamo costretti a sentirci soddisfatti». Non va meglio neanche sul fronte delle piscine. A Campoloniano, a rilevare la gestione è stato il Club Nuoto Rieti, a pandemia già in corso: «Abbiamo preso in gestione la piscina a ottobre e l’idea era di riaprire dopo circa un mese - spiega il Club. - Poi la situazione dei contagi è di nuovo precipitata e così ora impieghiamo il tempo risolvendo le problematiche legate alla gestione dell’impianto. Come società non abbiamo quindi mai cominciato l’attività e abbiamo partecipato a un bando di ristoro della Regione di duemila euro del quale, però, a partire dalla fine del 2020, non abbiamo più saputo nulla. Gli istruttori, che hanno invece lavorato fino al momento della revoca del vecchio contratto di gestione da parte della Provincia, sono inclusi nel decreto: nel frattempo, però, considerato che continuiamo a garantire l’attività agonistica ai ragazzi, se vogliamo allenarci siamo costretti ad andare in Terni, perché è improponibile gestire una piscina con il solo agonismo».

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