Rieti, palazzo fatiscente. Allarme di Sebastiani: «Passaggio di studenti nelle vicinanze»

Il palazzo
di Giacomo Cavoli
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Martedì 15 Settembre 2020, 00:27
RIETI - La facciata «probabilmente non è crollata per i recenti sismi poiché legata da catene» ma, presentandosi «spanciata» su via San Francesco, necessita di «una urgente ordinanza di messa in sicurezza della incolumità pubblica della strada». Parole nella scheda tecnica redatta nel 2017 dalla Protezione civile dopo la perizia su un fatiscente edificio in via San Francesco a Rieti, danneggiato sempre più a partire dal sisma del 1997 e già in passato al centro di una vicenda giudiziaria sul suo recupero, poi oggetto di un’ordinanza di sgombero urgente firmata nel 2017 dall’ex sindaco Simone Petrangeli e sul quale ora chiede lumi al sindaco Antonio Cicchetti anche il consigliere comunale del gruppo misto Andrea Sebastiani, «per sapere quali provvedimenti siano stati assunti dopo l’ordinanza» di Petrangeli, «quali siano stati i motivi che hanno impedito fino a oggi l’adozione di misure che i vigili del fuoco hanno definito “indifferibili ed urgenti” e quali decisioni si intenderà assumere, considerando che l’inizio dell’anno scolastico vedrà il transito di un considerevole numero di studenti sotto il fabbricato». All’inizio degli anni 2000, ai proprietari del palazzo vennero accreditati 250mila euro dai fondi del sisma del 1997 per la messa in sicurezza. La proprietà individuò la ditta per i lavori: mentre questi ultimi procedevano, i proprietari lamentarono che gli interventi attuati non corrispondevano ai pagamenti richiesti dall’impresa, che fu accusata di effettuare lavori dal costo inferiore al pattuito. Nacque un’inchiesta della Procura che ipotizzò i reati di truffa e falso, e sotto indagine finirono titolare della ditta, progettista e direttore dei lavori. Il gip Roberto Saulino incaricò due consulenti tecnici di verificare se i lavori eseguiti corrispondessero a quanto certificato. I periti giudicarono regolari gli interventi della ditta e nel 2005 l’inchiesta fu archiviata, approdando in sede civile con un altro procedimento. Da allora, la messa in sicurezza non riprese più e nel novembre 2016 un sopralluogo dei vigili del fuoco evidenziò che il palazzo mostrava «evidenti segni di vetustà e inconsistente manutenzione, resa peraltro inefficace da parziali e promiscui lavori di consolidamento agli elementi costruttivi che necessitano di attenta verifica». Ora, a una settimana dalla ripresa della scuola e quasi due mesi dopo dalla domanda inoltrata al sindaco il 27 luglio, Sebastiani denuncia di non aver ricevuto risposta. «Sarebbe inutile - conclude Sebastiani - spendere risorse pubbliche per rendere le scuole più sicure quando, nelle loro vicinanze, insistono fantasmi pericolanti che mettano in pericolo la vita di chi si trova a transitarvi sotto».
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