RIETI - Nel 2019, su impulso della Diocesi di Rieti, nasceva il progetto RiData, un laboratorio affidato ad associazioni e professionalità locali allo scopo di raccogliere ed elaborare i dati disponibili sul territorio per metterli a disposizione del pubblico e favorire lo sviluppo di nuove idee, azioni e imprese. Come annunciato dal vescovo Domenico Pompili lo scorso primo maggio, da quella prima esperienza è maturato un Osservatorio socio-politico che realizza attività di ricerca, documentazione e formazione in merito alle problematiche sociali e culturali del territorio. Inserita nell’orizzonte della dottrina sociale della Chiesa, questa esperienza intende promuovere il bene comune, la cittadinanza attiva, il dialogo tra cittadini e istituzioni.
Le conseguenze del terremoto e della pandemia conducono all’esigenza di fare del territorio un cantiere materiale e di idee. I fondi per la ricostruzione e il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza sono un ottimo presupposto, ma avere risorse in abbondanza non garantisce che esse vengano impiegate per uno sviluppo integrale, equo e sostenibile. L’Osservatorio socio-economico RiData è la proposta di un gruppo aperto, partecipato da persone e organizzazioni che mettono a disposizione la propria capacità di reperire, elaborare e restituire le informazioni affinché possano aiutare ad orientare verso il bene comune il dibattito pubblico e gli interventi.
A tale scopo miravano gli Incontri di cittadinanza promossi dal gruppo RiData durante il primo anno di attività, dai quali è nato il Quaderno RiData 2019.
Questi risultati vanno continuamente aggiornati, riletti in base a nuove evidenze, e le indagini estese a ulteriori ambiti. In questa prospettiva, l’Osservatorio RiData ha iniziato a pubblicare nuovo materiale sul periodico diocesano «Frontiera»: gli articoli forniranno un aggiornamento settimanale sui risultati del gruppo di lavoro e non mancheranno di lanciare spunti e provocazioni. Si parte dal numero in edicola dal 18 giugno, parlando del crollo demografico. Nelle prossime settimane, si entrerà nel merito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza guardando alle opportunità che esso può riservare per il territorio e alle scelte che ne conseguono.