Rieti, le ossa lasciate nei sacchi dei rifiuti al cimitero, l’Asl prosegue gli accertamenti

I sacchi neri
di Giacomo Cavoli
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Giovedì 9 Marzo 2023, 00:10

RIETI - Proseguono gli accertamenti della Asl di Rieti su quanto avvenuto al cimitero di Rieti. Ha suscitato profondo sconcerto quanto accaduto lunedì scorso, quando il Servizio igiene e prevenzione dell’azienda sanitaria locale e gli agenti della municipale si sono ritrovati davanti ad una ventina di sacchi neri ammassati all’interno di una stanza del camposanto reatino, ciascuno contenente le ossa di persone esumate dalle sepolture a terra e identificate da un semplice foglio bianco che, su ogni sacca, riportava le generalità del defunto. 
A rilanciare la notizia dell’esito dell’ispezione della Asl era stato, martedì mattina attraverso un post Facebook, il consigliere comunale di minoranza del gruppo “T’immagini”, Gabriele Bizzoca: così, in fretta e furia, già nella giornata di martedì al cimitero di Rieti erano giunti i primi contenitori in zinco all’interno dei quali riporre le ossa, in attesa che i familiari dei defunti – se rintracciabili – forniscano indicazioni sulla loro destinazione. Su intimazione urgente della Asl, il personale del cimitero ha quindi avviato le operazioni di riduzione dei defunti all’interno delle apposite cassette, ma l’azienda sanitaria è ora intenzionata a vederci chiaro su come e perché si sia giunti a conservare i resti umani con modalità non certo previste dalla legge.

Protocollo "Pietas". Il protocollo utilizzato dalla Asl per monitorare il giusto trattamento dei defunti è quello che la normativa di settore identifica con il nome di “Pietas”, della quale però al cimitero di Rieti sembrerebbe non esserci alcuna traccia, considerato il trattamento al quale sono state sottoposti i resti delle persone scomparse. 
Una volta effettuata l’ispezione, la prima prescrizione urgente che lunedì la Asl ha intimato agli addetti al servizio cimiteriale è stata quella di traslare correttamente le ossa dai sacchi ai contenitori di zinco: operazioni iniziate non appena nel corso del pomeriggio sono iniziate a pervenire al cimitero le prime cassette. 
Ma non basta: dopo un episodio del genere la Asl vuole vederci chiaro, ricostruendo prima di tutto il percorso che le ossa hanno compiuto dal momento dell’esumazione fino a quando sono finite dentro ai sacchi.

E, soprattutto, rispondere a due domande fondamentali per le quali manca ancora una risposta concreta e definitiva, ma non meno importante: capire da quanto tempo quei resti fossero lì e se quanto avvenuto sia in realtà una consuetudine al cimitero di Rieti, oppure se si sia trattato di un episodio isolato. Nel frattempo, per garantire le giuste tempistiche di traslazione delle ossa nei contenitori e portare avanti le indagini sanitarie, la Asl ha imposto al cimitero di Rieti lo stop temporaneo alle esumazioni.

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