Rieti, l'università entra nell'ospedale de Lellis

Ospedale de Lellis
di R.R.
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Martedì 27 Dicembre 2022, 00:10

RIETI - La sanità che verrà ma anche quella che è stata in uno dei periodi storici più difficili per la Asl e per la provincia, colpita dal sisma del 2016 prima e dalla pandemia poi. A tracciarne un quadro dettagliato l’Azienda di via del Terminillo in un lungo consuntivo di fine anno in cui trovano spazio obiettivi raggiunti, progetti in corso di realizzazione, ma anche criticità su cui è necessario ancora intervenire. Il 2023 si aprirà innanzitutto con l’ingresso dell’Università all’interno dell’ospedale de’ Lellis grazie alla clinicizzazione di alcuni reparti. Se ne parla da 40 anni e tra qualche giorno sarà realtà grazie a un accordo siglato tra Asl Rieti e Università Sapienza di Roma. Tra le azioni cantierate nel 2023 trova spazio anche la completa ristrutturazione del pronto soccorso, il reparto spina nel fianco dell’Azienda e che risente di un aumento degli accessi di complessità elevata e del fenomeno degli accessi impropri che insiste sull’organizzazione della struttura per il 15 per cento. 
Per ridurre le criticità è stata effettuata una riorganizzazione dell’attività ospedaliera e destinati, sette giorni su sette, un numero fisso di posti letto di area medica e chirurgica, attivati percorsi di dimissioni precoci e percorsi di dimissioni a strutture ambulatoriali specialistiche per proseguire, laddove necessario, il percorso di cura in una sede più adeguata. Ma come in tutti i ronti soccorsi d’Italia è la carenza di organico a preoccupare: il reparto reatino dovrebbe contare 15 specialisti, ma attualmente ne conta 8 (di cui 3 part time) più 4 gettonisti (medici neolaureati con attività a bassa complessità - codici bianchi e verdi). Per tale motivo negli ultimi tre anni l’Azienda ha bandito 4 concorsi a tempo indeterminato, 12 avvisi pubblici a tempo determinato. L’ultimo concorso a tempo indeterminato è stato espletato lo scorso ottobre per 5 posti: hanno presentato domanda in 4. Un solo professionista si è presentato sul quale non si ha ancora la certezza di presa di servizio. 
Per tale motivo, con la prevista ristrutturazione degli spazi della struttura d’emergenza, concepiti negli anni 70 e in questi ultimi tre anni utilizzati in parte per la gestione covid, verranno banditi nuovi concorsi e avvisi per reperire nuovo personale. Non soltanto promnto soccorso ma anche tanta sanità territoriale e alcuni dati in crescita nonostante il piano di rientro dal deficit che ha commissariato per oltre 10 anni la sanità del Lazio. Partiamo da quest’ultimi: le assunzioni del personale sono passate da 1.481 del 2017 ai 2.048 del 2022 (+567 unità), la mobilità extraregionale è scesa del 25% (da 13.197 casi/dimissioni del 2017, a 9.908 del 2020), i tempi di attesa sulla percentuale delle prestazioni effettuate risultano sopra la media regionale (89,1% visite - media regionale 87,3%) e (81,5% diagnostica - media regionale 76,6%), mentre l’attività operatoria dell’Unità di chirurgia generale (ad esempio colecistectomie laparoscopiche, in elezione ed in urgenza, interventi di chirurgia senologica), grazie ad un costante lavoro riorganizzativo delle attività di sala operatoria e della gestione delle liste operatorie è stata la più elevata degli ultimi 10 anni e l’attività chirurgica del colon nei primi 6 mesi del 2022 è passata dalla 25esima alla 13esima posizione nel Lazio. 
Potenziare la sanità territoriale significa consentire ai cittadini di poter disporre di servizi di prossimità, direttamente al proprio domicilio. La Asl ha cercato di farlo investendo su distretti, consultori, casa della salute di Magliano Sabina punto di riferimento di tutta la sabina, struttura riabilitativa di Poggio Mirteto unica totalmente pubblica del Lazio, l’Hospice San Francesco, unica struttura residenziale e domiciliare a gestione pubblica del Lazio, oltre a prevedere la presenza costante sul territorio di una squadra di sanitari che, anche grazie all’attivazione della prima Cot (Centrale operativa territoriale) e della prima rete delle Cure infermieristiche ed ostetriche del Lazio, è in grado di prendersi cura dei pazienti anche quelli residenti nelle zone più remote del reatino. 
L’attivazione di nuovi servizi e attività hanno portato la Asl ad effettuare in ospedale e sul territorio investimenti per circa 35 milioni di euro. Al de Lellis si é proceduto all’acquisizione ed installazione di 2 acceleratori lineari, alla realizzazione di una centrale di sterilizzazione, all’ampliamento della terapia intensiva, alla realizzazione dei servizi di reumatologia e di diabetologia, del reparto di ostetricia e ginecologia e del nido, di prossima inaugurazione e all’ammodernamento tecnologico del laboratorio analisi. Sul territorio l’attivazione della struttura riabilitativa di Poggio Mirteto, del poliambulatorio di Leonessa, la realizzazione della Rems, l’ammodernamento e potenziamento della casa della salute di Magliano Sabina, delle sedi distrettuali, dei consultori e dei Pass di Accumoli e Amatrice, oltre all’avvio delle procedure per la realizzazione del nuovo ospedale di Rieti e all’avvio dei lavori (in conclusione la realizzazione della struttura portante) del nuovo ospedale di Amatrice.

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