L'innovativa procedura è perfettamente riuscita e il paziente, attualmente ricoverato, sta bene e domani sarà dimesso. La riapertura dei vasi coronarici occlusi avviene normalmente il catetere a palloncino, tecnica che tuttavia in alcuni casi risulta impraticabile a causa della presenza di placche calcifiche molto dure non dilatabili con i comuni palloni di angioplastica. In genere per questi casi si ricorre all'intervento di bypass, che per quanto eseguito oggi con
sempre maggiore sicurezza non è certo paragonabile, sotto l'aspetto dell'invasività e del rischio per il paziente, alla
procedura transcatetere». La nuova metodica invece, prosegue l'Azienda, «sfrutta delle onde d'urto simili a quelle utilizzate per il trattamento dei calcoli renali. Si tratta di un palloncino particolare che, introdotto nella coronaria per via
percutanea come nelle procedure standard, viene collegato a una macchina che invia degli ultrasuoni in grado di frantumare il calcio. La procedura ha la stessa durata di una tradizionale angioplastica coronarica. Si può parlare, in questo caso, di 'litotrissia intracoronarica"»
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