Rieti, attacchi a ripetizione agli alveari: orsi scatenati nell’Alto Velino

Gli alveari danneggiati
di Marzio Mozzetti
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Venerdì 1 Aprile 2022, 00:10 - Ultimo aggiornamento: 22 Febbraio, 17:03

RIETI - Allarme orso nell’alto reatino: con la primavera iniziata si contano già i primi danni subiti dagli apicoltori. Devastazione, ma soprattutto pericolo anche a livello personale per possibili incontri ravvicinati con l’animale.
A denunciare la situazione è l’associazione Apicoltori alto Lazio, che lamentato già tra i suoi iscritti i primi danni. «Abbiamo avuto danneggiamenti in alcune frazioni di Posta e recentemente nel comune di Amatrice - spiega il presidente Rinaldo Amorosi - per noi è anche una questione di compatibilità con l’attività: per l’orso l’apiario è una mangiatoia e noi siamo per l’orso dei disturbatori dell’azione di procacciamento del cibo, rischiando molto. Nell’attività professionale, gli spostamenti si fanno per lo più di sera». L’associazione è attiva da tempo anche in collaborazione con le associazioni che proteggono gli animali. 
«Le incursioni degli orsi da molto sporadiche ora sono aumentate notevolmente negli ultimi anni - prosegue Amorosi - evidentemente alcuni soggetti maschi si sono allontanati dalle aree di riproduzione, raggiungendo il nostro versante. Sono animali che si spostano velocemente e per l’ampia area coperta dovremmo utilizzare recinti elettrici praticamente su tutto il territorio». Una situazione insostenibile: per questo motivo l’attività di sensibilizzazione verso le istituzioni: «la protezione dell’orso si può fare, si deve fare, ma con giuste risorse all’interno dei Parchi, dove occorre rimborsare e proteggere gli apicoltori anche dei mancati redditi. In questo caso ne se occupa il ministero dell’Ambiente. I danni procurati nei parchi regionali sono a carico della Regione Lazio: l’attuale legge regionale prevede un fondo con priorità esclusivamente per gli apicoltori professionisti che vengono rimborsati solo per i danni ma non per il mancato reddito subito». A chi fa dell’apicoltura una professione, è evidente che la sola copertura dei danni non basta: senza contare il danno ‘morale’ causato dalla perdita di un alveare nel quale si sono investiti tempo e passione. «Con questi tempi e modi non si fa né la salvaguardia dell’orso né l’apicoltura, in particolare quella rurale che è quella che consente il mantenimento della biodiversità - conclude Amorosi - noi abbiamo suggerito una proposta di modifica alla legge regionale sull’apicoltura, in discussione in questi giorni, nella quale consideriamo la protezione dell’orso e gli incentivi agli apicoltori nei parchi nazionali. Fuori dai parchi è necessario che i danni, almeno per gli apicoltori che ne ricavano un reddito, vengano totalmente pagati dalla regione: anche quelli dei mancati guadagni».

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