Rieti, Omicron spaventa: per il Natale resiste solo il Terminillo

Terminillo
di Giacomo Cavoli
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Martedì 21 Dicembre 2021, 00:10

RIETI - La montagna attrae, la città lascia indifferenti, i laghi tacciono. Al secondo anno di pandemia e al giro di boa della terza dose di vaccino, il Covid resta la spada di Damocle che pende sulla testa del settore turistico ma, nonostante l’incertezza, i trend invernali si confermano quelli di sempre. Con di nuovo, però, l’incognita dei contagi che fanno saltare prenotazioni già effettuate e il rischio del passaggio in zona arancione per il Lazio, che potrebbe far svanire soprattutto le poche prenotazioni arrivate da fuori regione.

Il traino del Terminillo 
Il Terminillo è la calamita che, in città, aiuta alberghi e bed & breakfast a tenere alto il numero delle prenotazioni: «I nostri clienti provengono tutti dal Lazio e in particolare da Roma e dintorni, nessuno da fuori regione – conferma Francesco Marinetti dell’Hotel Miramonti – E’ un vero e proprio turismo di prossimità che ci consente di avere camere già prenotate sia per il Natale che per Capodanno, nonostante si siano già verificate disdette da parte di famiglie che hanno registrato positività al Covid, ma che sono state comunque sostituite da altre richieste nell’arco di poche ore. Ad attrarre i nostri clienti è la possibilità di salire al Terminillo e anche di sciare, se gli impianti apriranno – prosegue Marinetti - In questo senso, da parte dei turisti non sembra esserci un grande interesse nei confronti della città. Ma l’eventuale imposizione di una zona arancione, anche se consentisse comunque gli spostamenti interni alla regione, ci preoccupa». 
E il rischio che nel Lazio le festività possano tingersi di arancione o, peggio ancora, di rosso, pesa sulle previsioni del comparto reatino: «Terminillo ha nuovamente dimostrato di possedere un plusvalore importante in un periodo come questo – commenta il presidente di Federalberghi Rieti, Michele Casadei – Tuttavia, quest’anno le associazioni di categoria avevano chiesto al governo di programmare insieme e per tempo la stagione, in vista di un nuovo e possibile aumento dei casi di contagio, come poi è avvenuto.

Siamo favorevoli alle prassi sanitarie di contenimento della pandemia, ma si sarebbe dovuto comunicarle per tempo: così, a ridosso del Natale ci troviamo a dover utilizzare le nostre reception come centralini di informazioni per clienti spaesati dall’incertezza delle decisioni nazionali».

La provincia 
In provincia, il quadro non è omogeneo: «Da almeno due giorni piovono disdette e anche chi ha prenotato ha lasciato detto che, in caso di zona arancione, non verrà – racconta Mara Testa, gestrice di diverse camere a Colle di Tora, sulle rive del lago Turano – C’è un calo enorme di lavoro e per Natale siamo vuoti, a differenza di due anni fa». Come al Terminillo, anche a Leonessa la neve aiuta invece gli operatori a sorridere, mentre a Greccio il Natale è ormai solo un lontano ricordo: «Rispetto al 2019, quando si lavorava grazie alla rievocazione storica e alla mostra mercato, in questi giorni siamo al di sotto del cinquanta per cento del lavoro - raccontano da Il Tau, fra i bed & breakfast più quotati – Non va bene, non va bene per nulla». Che altro aggiungere?

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