«Una caserma è un presidio di legalità, un apparato dello Stato – prosegue il carabiniere sindacalista Mancini – dove non può esserci spazio per certe persone che, citando il comandante generale Nistri, “non sono l’Arma dei carabinieri”. Penso piuttosto ai fedeli servitori dello Stato, eroi quotidiani, come il brigadiere Cerciello Rega o il poliziotto Apicella e a tanti altri uomini in uniforme caduti sul lavoro. Queste notizie li fanno morire una seconda volta. La nostra benemerita istituzione è fatta di uomini e donne coraggiosi, dediti e animati da spirito di servizio che mettono ogni giorno a rischio la propria vita per garantire il bene della collettività».
L’augurio ora è che si faccia chiarezza: «Nel prendere le distanze da quanto accaduto attenderemo l’operato della Magistratura – prosegue Mancini – chi commette reati indossando un’uniforme deve pagare senza se e senza ma. Mi chiedo però dove fossero le persone preposte al controllo come il comandante di Compagnia, o il comandante provinciale».
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