Rieti, stretta sui rifugiati
Le coop: "Così salta tutto"

Stranieri
di Alessandra Lancia
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Mercoledì 15 Agosto 2018, 07:43 - Ultimo aggiornamento: 12:44
RIETI - La Prefettura ritira il nuovo bando per l’accoglienza di 750 richiedenti asilo – 600 dei quali già ospitati nel reatino - la Lega e l’estrema destra esultano, le cooperative che gestiscono i «cas» un po’ meno. Si va verso un taglio dei costi e dei servizi erogati agli immigrati – a seconda se siano ancora richiedenti asilo o se gli sia stata riconosciuta una protezione internazionale – nello spirito della direttiva Salvini del 23 luglio scorso. Era stato lo stesso ministro ad annunciare il taglio da 35 a 25 euro della spesa giornaliera per ciascun migrante.
Nel reatino si era nel pieno di una maxi gara da 26 milioni e mezzo di euro per l’accoglienza e l’assistenza fino al 31 dicembre 2019, con le cooperative che avevano presentato le loro offerte e la Prefettura che dal 20 agosto avrebbe iniziato l’apertura dei plichi e il vaglio dei progetti. Lo sconcerto tra le 11 cooperative attive sul territorio è forte anche se non tutte hanno voglia di parlare.

LE REAZIONI
«Prima vogliamo capire bene quanto e come inciderà sui progetti la nuova direttiva del Viminale - dicono dalla cooperativa Clarissa - per il resto cambia poco: senza bando si proroga la situazione attuale». «Sappiamo che vogliono tagliare i servizi, niente di più. Prima di dare una valutazione vogliamo capire meglio – dice Francesca Cherici, presidente della coop Levante – Quello che invece si capisce benissimo è l’atmosfera in cui ci troviamo a operare: si fa tanta propaganda e c’è una strumentalizzazione del problema che serve solo al consenso. L’immigrazione è un fenomeno che dovrebbe essere trattato in tutt’altro modo».
Più esplicito è Gabriele Giraldi, presidente della San Michele Arcangelo, una delle prime coop sociali a nascere in città allo scoppio della prima emergenza, nel 2011: «Io sono molto preoccupato: con questi tagli salta il supporto psicologico e quello sociale. Questo significa che ai ragazzi passiamo colazione, pranzo e cena e il pocket money di 2 euro e 50. Non si parla più di scuola, non si parla più di formazione, non si parla più di niente. Così non si fa integrazione, e si rischia che quella che può essere la potenzialità delinquenziale di qualcuno si moltiplichi».

NESSUN AIUTO DAI COMUNI
Giraldi è deluso anche dai sindaci: «Per carità, li capisco perché so’ che adesso il migrante attizza solo odio, però abbiamo chiesto a 4 Comuni di impiegare gratis i nostri ragazzi per tenerli impegnati: solo Torricella ci ha risposto positivamente, gli altri niente. Ma con questo clima non si va da nessuna parte». Eppure lei e la sua cooperativa siete storicamente collocati a destra: «E’ vero e non lo rinnego, ma il mio amico che esulta (Chicco Costini, ndr) sbaglia. E non lo dico perché questo è il lavoro mio e di centinaia di italiani ma perché l’analisi di fenomeni come quelli migratori non si possono ridurre a becero razzismo».

LA PROSPETTIVA FUTURA
Giraldi si dice preoccupato anche per la prospettiva: «Quando questi ragazzi avranno uno status riconosciuto e usciranno dai cas cosa troveranno? Dove andranno? Il circuito Sprar non ne assorbe più del 10%. E chi riceve un diniego? Salvini pensa di risolvere così il problema, invece ci ha riportato dritti al 2011».
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