Nell’arco di cento anni cinque pontefici scelsero di risiedere a Rieti, pilotando da questa città, posta al confine tra il Patrimonio di San Pietro e il Regno di Sicilia, scelte politiche e dinamiche religiose che avrebbero orientato le cronache e la storia del tempo. Quella reatina fu la valle scelta da Francesco d’Assisi come qualcosa di più di una sua seconda patria: forse per sperimentare un modello di predicazione itinerante, come suggerisce nel suo saggio Tersilio Leggio. A Rieti con la benedizione di papa Gregorio IX, i francescani scelsero frate Elia loro capo, e lo stesso Papa vi proclamò santo Domenico di Guzmàn. E sempre a Rieti un altro papa, il francescano Niccolò IV, incoronò Carlo d’Angiò re di Sicilia e Gerusalemme. Un secolo d’oro che si concluse nel 1298 con un devastante terremoto da cui scampò Bonifacio VIII, che avrebbe poi promosso la costruzione dell’arco che ancora oggi porta il suo nome, a sostegno del Palazzo Papale. Altra traccia di queste presenze la chiesa di San Francesco, sulle cui vicende si sofferma Ileana Tozzi. E’ tutto su Medioevo, da ieri, 4 gennaio, in edicola e il 17 gennaio a San Giorgio.
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