L'allarme del presidente della Piccola industria, Marco Pezzopane: «Un secondo lockdown sarebbe devastante»

L'allarme del presidente della Piccola industria, Marco Pezzopane: «Un secondo lockdown sarebbe devastante»
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Sabato 31 Ottobre 2020, 00:10

RIETI - «Il vascello ha resistito alla tempesta di marzo ma rischia si infrangersi sugli scogli della nuova ondata». Marco Pezzopane, presidente della Piccola industria nonché titolare di un’azienda che si occupa di manufatti in cemento, utilizza la metafora per spiegare la situazione della sua categoria produttiva di fronte alla recrudescenza della pandemia.

«Ognuno di noi vive del proprio lavoro.

Noi abbiamo bisogno di certezze per poter investire nelle nostre aziende. Ma mi sembra che pian piano ci dirigiamo verso un nuovo lockdown e questo, come dicevo, crea incertezze. Tutto ciò non aiuta e distrugge la nostra fiducia». 

Una situazione che rischia di incidere malamente sul vostro comparto. 
«E’ una situazione che si riflette sul nostro lavoro. I nostri associati sono molto preoccupati. Non è facile pensare positivo in un momento del genere. Noi imprenditori come indole siamo positivi, però sentiamo il peso di queste scelte governative. Penso ad esempio al fatto che non ci si è preoccupati minimamente del trasporto degli studenti. E’ chiaro che la regola dell’80 per cento non poteva essere rispettata». 

Riprendendo la sua metafora, sembra di capire che molti dei vostri associati se non hanno chiuso durante il primo lockdown rischiano di farlo con la chiusura che potrebbe arrivare nei prossimi giorni. 
«La tempesta di marzo è stata affrontata e anche superata, però adesso c’è un’altra tempesta in corso che non tutti potrebbero superare. Noi veniamo già da una grave crisi del 2007, la barca un po’ di acqua l’aveva presa, poi c’è stata la tormenta e oggi navighiamo con un vascello che ha risentito di quella tormenta. Con questo cosa voglio dire? Che un altro scossone ci metterebbe in ginocchio. Mi viene il mal di testa solo a pensare a un nuovo lockdown. Abbiamo speso mesi per non fare quasi nulla». 

Intanto, avete dovuto investire per la messa in sicurezza delle vostre aziende. 
«Certo, si continua a spendere soldi. Perché gli ambienti devono essere sanificati, mascherine, gel disinfettante. C’è l’anticipo della cassa integrazione. E poi c’è un elemento di fondo: la gente viene a lavorare preoccupata. Teme per la salute dei propri familiari. Si vive e si lavora male. Per quanto riguarda il virus, a marzo siamo stati quasi risparmiati ma questa nuova ondata ci sta colpendo in modo duro». 

Mi sembra però che di aiuti economici ne sono stati previsti dalle istituzioni. 
«Noi non abbiamo bisogno di aiuti, ma abbiamo bisogno di regole certe. Qualcosa di buono è stato fatto. Sicuramente la scelta sul Recovery found di mettere dei soldi per la ricostruzione post sisma è sicuramente una buona opportunità. Come anche il fatto che il commissario straordinario Legnini abbia dato il termine del 30 novembre per la presentazione delle domande per i danni lievi. Perché ripartiranno tutta una serie di lavori legati a questa tipologia di ricostruzione». 

Il rilancio passa anche attraverso la realizzazione delle infrastrutture. Non crede? 
«Certo. Ho apprezzato molto la diretta facebook dell’onorevole Fabio Meilli a proposito dei fondi stanziati per la progettazione della Salaria. Ha spiegato benissimo ciò che sarebbe stato il percorso sia dal punto amministrativo sia in termini tecnici. Quando i nostri rappresentanti politici si uniscono producono dei buoni risultati. Le strade fatte bene comportano anche un risparmio in termini di costi aziendali. Questo per dire che le infrastrutture materiali e immateriali sono fondamentali per lo sviluppo di un territorio, rendendolo tra l’altro anche attrattivo». 

Quant’è importante per una piccola azienda avere una rete internet veloce? 
«Oggi è fondamentale la trasmissione dei dati. Per questo diventa importante il discorso del 5G, che consentirebbe di operare con chi sta dall’altra parte del mondo. E’ un’opportunità notevole da non perdere».

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