Rieti, Marcello Fiorenza stangato dalla Corte dei conti: dovrà risarcire la Asl di 353mila euro

Marcello Fiorenza
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Venerdì 19 Febbraio 2021, 00:10

RIETI - Brutta tegola per Marcello Fiorenza, ex direttore dell’ufficio patrimoniale dell’Asl, nel 2015 finito al centro dell’inchiesta sugli appalti dell’Azienda sanitaria locale, in particolare per molti affidamenti diretti assegnati dall’ufficio tecnico della Asl nell’arco di almeno sette anni, a iniziare dal 2008. In attesa che il procedimento penale entri nel vivo - si ipotizzano reati che vanno dall’associazione a delinquere alla corruzione, dall’abuso d’ufficio al falso, al peculato e alla truffa - una prima parola è giunta dalla Corte dei conti che, su istanza dell’Azienda sanitaria locale e con sentenza dello scorso 10 febbraio, lo ha condannato a risarcire all’Asl reatina la somma di 353 mila euro e spicci, in ragione dalle sua condotta ritenuta colpevole nella gestione degli appalti e degli affidamenti diretti dei lavori e tale da cagionare un danno patrimoniale all’azienda sanitaria.
La somma complessiva alla quale Fiorenza è stato condannato è comprensiva della rivalutazione monetaria dalla data del danno e degli interessi legali e delle spese di giudizio. Fiorenza, che davanti alla Corte dei conti era difeso dagli avvocati Eusebio Graziosi e Fabio Pisani mentre la Asl di Rieti era assistita dall’avvocato Emilio Ricci, potrà ora proporre appello.

L'antefatto
L’ex direttore dell’ufficio patrimoniale della Asl finì al centro delle cronache nel novembre del 2015, in concomitanza di un blitz della guardia di Finanza negli uffici della Asl, durante il quale gli uomini del nucleo di polizia tributaria delle Fiamme gialle - su mandato del sostituto procuratore della Repubblica Lorenzo Francia - bussarono alla porta della Asl, varcarono l’ingresso dell’ospedale de Lellis e suonarono i campanelli delle abitazioni private di alcuni dirigenti e imprenditori. A Rieti come a Roma. 
Nel mirino appalti e affidamenti diretti assegnati dall’ufficio tecnico della Asl nell’arco di almeno sei anni.

Secondo l’accusa, gli affidamenti diretti della Asl reatina, che pure sono consentiti se ricorrono determinate condizioni, presso l’azienda sanitaria locale sarebbero stati invece decisi in base all’amicizia e secondo una prassi consolidata. E’ questa l’ipotesi che fu formulata dalla procura nell’inchiesta sugli appalti milionari per lavori soprattutto di impiantistica e manutenzione, banditi dall’Asl e gestiti dall’ingegner Marcello Fiorenza.

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