L'attentato terroristico a Londra:
«Dovevo cenare a London Bridge
Ho cambiato all'ultimo momento»
Il racconto di giornalista reatino/Video

L'attentato terroristico a Londra: «Dovevo cenare a London Bridge Ho cambiato all'ultimo momento» Il racconto di giornalista reatino
2 Minuti di Lettura
Domenica 4 Giugno 2017, 17:12 - Ultimo aggiornamento: 18:50

RIETI - Testimone diretto dell'ennesimo attentato terroristico portato a compimento a Londra. Dove era giunto venerdì per un week end di piacere. Simone Fioretti, giornalista e collaboratore de Il Messaggero, racconta così la sua testimonianza.

«Fortuna o destino, questo non lo so. So che ieri sera dovevo cenare in un ristorante nei dintorni di London Bridge. Uscivo dalla stazione della metro di Westminster, dopo aver cambiato programma per la cena. Una steck house a Piccadilly, per poi prendere la metro in direzione London bridge e fare qualche foto di notte. Quando ci hanno fatto scendere a Westminster perché London bridge l'avevano chiusa, un dubbio mi é venuto. Dal momento che ho ripreso la linea telefonica mi sono collegato alle agenzie ed ho scoperto che era in corso un attacco terroristico.
 



La curiosità mi ha spinto fino nelle vicinanze, poi ho dovuto rinunciare: la polizia invitava a tornare indietro e ripararsi in luoghi sicuri. Sirene spiegate, elicotteri ambulanze, tutto si é trasformato in un teatro della paura. Tutti collegati con gli smartphone per aggiornarsi sull'accaduto, tanti italiani che ho incrociato nel tornare indietro verso la stazione della metropolitana. Il caso ha voluto che incrociassi mazzi di fiori e messaggini di carat lasciati a memoria delle persone uccise nell'ultimo attentato di marzo. Tassisti che facevano fatica a imbarcare le persone. Minuti nei quali aggiornandomi con le agenzie seguivo le operazioni delle forze dell'ordine britanniche, mentre dall'Italia arrivavano i primi commenti sull'accaduto. I terroristi erano ancora in giro, avevano accoltellato delle persone, investito altre.

Riprendere la metro é stato il mio pensiero nell'immediato. Alla fermata King's Cross St.Pancras ci hanno fatto scendere.  A piedi fino il albergo, mentre tutto suonava attorno a me, pensando ai morti, alle persone ferite, ma soprattutto a chi era assieme a me, che all'ultimo momento ha deciso di non cenare nel luogo dell'attentato. Un infinito grazie».

IL SERVIZIO COMPLETO SULL'EDIZIONE
DE IL MESSAGGERO DI RIETI
IN EDICOLA LUNEDI' 5 GIUGNO

© RIPRODUZIONE RISERVATA