Rieti, ditta fallisce: perdono l’occupazione e i vecchi stipendi e la liquidazione

Tribunale (Archivio)
di Massimo Cavoli
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Mercoledì 9 Dicembre 2020, 00:10

RIETI - La beffa, dopo il danno provocato dalla perdita del posto di lavoro a causa del fallimento della ditta dove lavoravano da anni, si è materializzata nel momento in cui il curatore fallimentare, nominato dal tribunale, ha chiesto agli ex dipendenti di restituire i soldi ottenuti attraverso le azioni giudiziarie avviate dal loro avvocato per recuperare liquidazioni e stipendi arretrati maturati fino al 2015. La richiesta è formalmente ineccepibile e in linea con quanto previsto dalla procedura: le somme sono state incassate quattro giorni dopo la sentenza del tribunale che dichiarava fallita l’impresa di una famiglia di costruttori che aveva la sede legale in un paese del Montepiano Reatino, e, per legge, tutto ciò che rientra nella massa fallimentare (soldi, depositi, proprietà e altri beni) deve essere suddiviso tra creditori privilegiati e chirografari, secondo un ordine di priorità.

Le tappe
Gli ex dipendenti, stando così le cose, avrebbero dovuto perciò attendere il piano di riparto, ma la decisione del tribunale è stata notificata ben oltre i quattro giorni all’avvocato Vincenzo Di Fazio, legale dei lavoratori, risultati ignari, in questo modo, dell’avvenuto fallimento dell’ex datore di lavoro nel momento in cui percepivano quanto gli spettava. Una beffa, sulla quale l’avvocato sta lavorando per limitarne le conseguenze negative, ma che si ricollega all’endemico male della giustizia, quello dell’eccessiva lentezza.

Si viene a scoprire, così, che un giudice onorario del tribunale ha impiegato due anni per sciogliere la riserva ed emettere l’ordinanza che, dopo una serie di tentativi di recuperare i crediti in via transattiva da parte degli operai, dava il via libera ai due pignoramenti eseguiti nel 2017 dall’avvocato Di Fazio sui beni della società e nei confronti di terzi, con la conseguente autorizzazione trasmessa alla cancelleria civile del tribunale perché provvedesse all’assegnazione delle somme dopo la vendita mobiliare. Ordinanze emesse nei mesi scorsi e in tempi diversi, a cavallo della dichiarazione di fallimento pronunciata il 5 ottobre, ma comunicata agli interessati ai primi di novembre, quasi un mese dopo. Nel frattempo, agli ex dipendenti erano stati liquidati il trattamento di fine rapporto e i salari al termine di una vicenda giudiziaria, iniziata nel 2015, trascinatasi per cinque, lunghi anni. È un epilogo che amareggia l’avvocato Di Fazio e l’azione condotta a tutela dei creditori, ma ancor più il nuovo corso di giovani magistrati togati che compongono il tribunale di Rieti, i quali, sotto la guida del presidente Pierfrancesco de Angelis, sono impegnati a portare avanti il lavoro in un momento particolarmente delicato causato dall’emergenza coronavirus. Adesso, si studia per trovare una soluzione giuridica alla beffa e limitare i danni provocati dall’ennesimo caso di lungaggine della giustizia, ma non sarà facile.

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