Rieti, la triste fine delle cabine telefoniche:
ora diventano riparo notturno per le biciclette

La bicicletta nella cabina
di Emanuele Laurenzi
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Domenica 16 Settembre 2018, 16:51 - Ultimo aggiornamento: 19:21
RIETI - Atto vandalico, scherzo o gesto in buona fede di un “millennials” che non sa a cosa serve una cabina telefonica? E’ il dubbio che rimbalzava stamattina nelle parole di chi passeggiava nei Giardini di Ito. Davanti all’ingresso della Verdirosi da decenni c’è una cabina telefonica: strumento indispensabile nei tempi in cui non c’erano i cellulari e i militari facevano la fila con i gettoni in mano per chiamare casa. Nel tempo i telefoni pubblici sono andati sparendo e, come recita un cartello, anche quella cabina a breve verrà rimossa. Nel frattempo, però, c’è chi ha pensato bene di usarla per altri scopi. Qualche vandalo o burlone, dipende dai punti di vista, ha staccato la ruota anteriore di una bicicletta che era parcheggiata e incatenata nella rastrelliera dei giardini. Una volta liberato il mezzo dalla catena, l’ha infilato a forza nella cabina, incastrando la bicicletta tra il telefono e i vetri. Chissà cosa avrà pensato il padrone della bici quando si è accorto di ciò che era accaduto. Sicuramente non l’avrà presa bene, a meno che non sia uno di quei millennials che una cabina telefonica l’ha vista solo nei film, che oggi non ne capisce l’utilità e, magari, ha pensato che fosse un posto utile per mettere la propria bicicletta al riparo nelle ore notturne.
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