Rieti, l'anno che vorrei. L'insegnante Michela Proietti: «Mi auguro un 2023 di completa normalità»

Michela Proietti
di Sabrina Vecchi
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Giovedì 29 Dicembre 2022, 00:10

RIETI - Anni difficili per gli insegnanti, quelli appena trascorsi. Una parte del 2020, tutto il 2021 trascorsi tra la didattica a distanza e le continue positività al Covid tra gli studenti. Un 2022 in netto miglioramento, in questo ambito, ma la categoria spera in un 2023, ormai alle porte, di ripresa e assestamento definitivo. La “voce dalla città” che interpelliamo è quella di Michela Proietti, insegnante presso l’istituto comprensivo Giovanni Pascoli di Rieti.
Michela Proietti, cosa augura alla città di Rieti per il nuovo anno?
«Auguro di cuore a me e a tutti i miei concittadini di rivivere uno di quegli anni in cui si “stava meglio”, quando ci si assembrava in piazza davanti al bar il sabato sera e riuscivi a prendere una birra solo dopo un’ora di fila, magari dopo aver rivisto tutti i tuoi compagni di classe, magari anche a distanza di venti o trent’anni».
Quindi, si può dire che auspica un ritorno completo alla normalità, anche quella che, in precedenza, davamo tutti per scontata?
«Che tempi: oggi sono da rimpiangere. Quella normalità fatta di cose semplici, di uscite con gli amici, incontri stanno tornando e spero che con il nuovo anno si confermino sempre di più. Torni, insomma, ad essere quella normalità quotidiana fatta di cose semplici, di cui quasi non ci si accorge. E che il periodo di pandemia ci ha fatto ri-apprezzare».
Sono tanti gli episodi da ricordare di quest’anno che si avvia a conclusione e, tra essi, ce n’è sicuramente qualcuno da dimenticare. Lei cosa ne pensa?
«Una cosa da ricordare di questo 2022 in conclusione sono le sere d’estate in cui si usciva alla ricerca del fresco venticello sul lungofiume: un po’ di refrigerio dopo le giornate di afa insopportabile della scorsa estate. Tutti sul Ponte Romano nel centro cittadino, in compagnia dello starnazzare dei “paparuni” (le papere, ndr.)»..
E tra i ricordi da dimenticare e che non vorrebbe rivedere nel 2023?
«Per quanto riguarda una cosa da dimenticare riguardo la mia città, propendo, invece, per un evento recente di alcune settimane fa, all’inizio di dicembre: la breve storia triste dell’albero di Natale in di piazza Vittorio Emanuele II, sostituito dopo poche ore dal suo arrivo. Passando a situazioni personali e parlando più seriamente, ci sono diversi episodi da dimenticare e che non vorrei si ripetessero nel nuovo anno, difficile sceglierne uno solo. Un giorno che certamente vorrei dimenticare è quello in cui il meccanico mi ha presentato il salatissimo conto della riparazione della mia macchina: certamente non bello come ricordo».
C’è stato, invece, un giorno dell’anno in conclusione da sottolineare con la matita multicolor nella propria agenda e che vorrebbe rivivere, a livello di emozione, il prossimo anno?
«Non ci sono dubbi, intendo a livello di emozione: di certo quello in cui un mio alunno è stato chiamato per effettuare un trapianto di cuore che aspettava da tempo. Ho pianto per la grande emozione».
Propositi, obiettivi, desideri da esprimere e mettere sotto l’albero, o meglio, visto che Natale è trascorso, da collocare in vista del Capodanno e del 2023?
«Credo nella vita ci voglia un po’ di leggerezza e che cambino i punti di vista a secondo del momento che si vive. Situazioni anche simili vengono considerate in modo differente in base al periodo in cui accadono».
Può fare un esempio per capire cosa si augura per prossimi trecentosessantacinque giorni?
«Ad esempio, spesso mi trovo a voler dimenticare, per 350 giorni all’anno, la mia “singletudine”, poi invece vivo i restanti quindici ringraziando il cielo di non essere in coppia. Magari qualcuno legge e si innamora, chissà».
In attesa dello scoccare della freccia di Cupido, attendiamo lo scoccare della mezzanotte del 31 dicembre. Per l’anno nuovo, Michela Proietti come vorrebbe che fossero i reatini?
«Come li vorrei? Ad un’altra latitudine».

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