RIETI - Flussi informatici, operazioni transazionali, scambi di file via web sull’asse Rieti-Russia e volumi di investimenti in cryptomonete. Prosegue su più fronti e ad ampio raggio l’indagine coordinata dal sostituto procuratore di Genova, Federico Panichi che, nei giorni scorsi, ha visto finire nella rete della Polizia postale di Roma, un 17enne liceale reatino, accusato di essere il referente italiano di un gruppo hacker russo dedito alla vendita di falsi Green pass. Conclusioni investigative che hanno portato alla denuncia per truffa del giovane reatino ma che, adesso, si stanno ampliando su più canali ritenuti di interesse investigativo. In primo luogo, nel mirino di chi indaga, c’è da accertare se le operazioni di intermediazione del liceale con il canale russo, che provvedeva a fornire le false certificazioni, siano state frutto di un atto individuale o di un’azione sodale realizzata in concorso con altri soggetti o comunque valutare se sul territorio laziale e nazionale vi sia la presenza di altre persone che abbiano un ruolo di intermediazione nel giro di compravendita di Green pass falsi, ipotizzando un traffico illecito più ampio rispetto a quello smascherato e, al momento, esclusivamente a carico del 17enne reatino. Valutazioni che si potranno delineare con maggiore precisione anche all’esito dell’analisi del volume di affari che il business dei Green pass aveva permesso di incassare.
I passaggi
Al momento, sono stati accertati, in poche settimane, introiti per circa 20mila euro.