Rieti, Giorno della Memoria: oltre 200
studenti del Magistrale in Provincia

Rieti, Giorno della Memoria: oltre 200 studenti del Magistrale in Provincia
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Venerdì 26 Gennaio 2018, 18:54 - Ultimo aggiornamento: 18:59
RIETI - Il rispettoso silenzio, il profondo coinvolgimento emotivo, il significativo apprendimento storico e culturale. Questi gli elementi che hanno permeato i diversi momenti dell’annuale commemorazione della Giornata della Memoria, fortemente voluta dalla professoressa Gerardina Volpe, dirigente scolastico dell’Istituto Magistrale “Elena principessa di Napoli”, al quale hanno partecipato, nella mattina del 26 gennaio, più di 200 studenti, accolti dal vicepresidente della provincia di Rieti, Giulio Falcetta.

Il contesto, l’aula del Consiglio della provincia di Rieti, è stato individuato affinché fosse evidente che nel parlare della vita e della morte, delle tragedie e delle catastrofi che purtroppo colpiscono i popoli e le nazioni, del dolore e della sofferenza, non ci sono colori politici, adesioni religiose, ideologie o filosofie che riescano a giustificare e mercare le differenze tra gli uomini. Il dolore è dolore, per tutti. Gli uomini di ogni tempo, appartengono alla stessa famiglia umana, condividono la stessa natura, la stessa quotidianità e le stesse speranze. L’aula istituzionale di Palazzo d’oltre Velino ben quindi ha rappresentato e consentito di promuovere e diffondere i principi e i valori “laici” della vita, al di là delle differenze culturali, economiche e religiose. L’alternativa, conduce alla “follia sociale”, alla disperazione, al genocidio, come quello subito dal popolo Ebraico nel corso della seconda guerra mondiale: la Shoah.

Questi i temi di fondo degli interventi che si sono succeduti il 26 gennaio, sia da parte delle alunne che hanno raccontato il loro vissuto nel corso della visita ai campi di concentramento tedeschi, che nelle parole di mons. Domenico Pompili, ancora di più confermate dall’immagine che il Vescovo ha voluto donare agli studenti: un bambino giapponese che aspetta il proprio turno per far cremare il fratellino morto che porta dietro le spalle, la stessa immagine che Papa Francesco ha diffuso in questi giorni nelle diverse occasioni in cui ha voluto parlare della guerra nucleare. Il dolore è dolore sempre, sia che si chiami Aushwitz o che si chiami Hiroshima.

Il video nel quale sono stati ripercorsi i passaggi della graduale affermazione della soluzione finale, le appropriate melodie e i canti eseguiti con vero trasporto dagli alunni del Liceo Musicale e del Coro “La Fenice”, nonché la lettura di brani scelti da “La tregua” di Primo Levi e da “La banalità del male” di Hanna Arendt, hanno reso l’incontro un’occasione unica nella quale studenti e docenti hanno indubbiamente rinnovato quella consapevolezza storica che non deve mai cessare di essere rivisitata e approfondita.
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