Tutti si trincerano dietro la formula della sponsorizzazione, come risulta dagli atti in Comune. «Ma di tutto si tratta, tranne che di sponsorizzazione», hanno tuonato prima Carlo Ubertini e poi Alessandro Mezzetti. La sponsorizzazione, a regola, prevede la cura di una piccola area verde da un privato che, in cambio, può apporre il proprio marchio commerciale (vedere rotatoria dell’ospedale per capire). Qui un giardino pubblico è diventato area espositiva di un negozio e, come se non bastasse, è stata realizzata un’apertura “di servizio” lungo la recinzione sulla Salaria e sono state rimosse le transenne che erano lì da anni, dopo che uno degli archi era stato danneggiato ed era stato considerato il pericolo di caduta di mattoni o intonaco. In sintesi: ci sono un bene pubblico che è diventato privato, dubbi sul rispetto della legge sulle sponsorizzazioni, un’area pericolante che sembra diventata sicura senza atti formali, lavori senza controlli e un’inaugurazione pubblica. Quello che non c’è più è un giardino che doveva tornare a uso della collettività. Una storia impossibile altrove. Possibile a Rieti. Basta la firma di un impiegato comunale.
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