Nell’udienza davanti al giudice Auriemma è stato ascoltato il proprietario del gatto, rappresentato dall’avvocatessa Caterina Petrella e gli operanti, i due carabinieri intervenuti sul luogo dell’«agguato». Nella prossima udienza con l’esame dell’imputato e l’escussione degli ultimi due teste si passerà alla discussione finale per una vicenda che ha vissuto piccole parentesi surreali per l’accertamento dei fatti. Per la difesa (avvocato Costanzo Truini) il 53enne sabino - che rischia la reclusione da tre a 18 mesi o multa da 5 a 30mila euro - fece fuoco attingendo il felino alla mandibola con un proiettile metallico poiché aveva aggredito di nuovo un coniglio, tesi in contrasto con quanto sostenuto dalla parte civile: il gatto si trovava fermo sulla staccionata in legno di confine quando fu colpito. Per la cronaca il gatto si salverà dopo un intervento chirurgico. Sentenza ad anno nuovo ma l’unico che non potrà dire la sua e testimoniare sarà Charlie, vittima e «persona» offesa.
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