Rieti, sparò al gatto del vicino:
uomo finisce nei guai

Un gatto europeo (archivio)
di Emanuele Faraone
2 Minuti di Lettura
Sabato 7 Luglio 2018, 07:33 - Ultimo aggiornamento: 13:51
RIETI - La fucilata, il ferimento, Charlie che si accascia poi la corsa d’urgenza in una clinica veterinaria e l’arma del «delitto» mai sequestrata. Non è un giallo ma un «regolamento» di conti tra vicini di casa e a farne le spese, questa volta, non sono i contendenti ma Charlie, il gatto europeo di uno di questi. Finisce così nei guai il 53enne sabino P.B., accusato di aver imbracciato la sua carabina calibro 5,5 mm – regolarmente denunciata - e sparato contro l’amato gatto del vicino di casa che, anziché fare dei topi la più classica delle prede da acciuffare, rivolgeva, pare, troppo spesso le sue attenzioni a conigli, galline e ad altri animali domestici di proprietà del confinante trattandosi di villini adiacenti. Su di lui l’accusa di maltrattamento di animali poiché per crudeltà e senza necessità cagionò, nell’aprile 2015, una grave lesione al gatto europeo di proprietà di una giovane coppia costituitasi parte civile per il risarcimento dei danni (5mila euro solo di spese cliniche, chirurgiche e mediche).
Nell’udienza davanti al giudice Auriemma è stato ascoltato il proprietario del gatto, rappresentato dall’avvocatessa Caterina Petrella e gli operanti, i due carabinieri intervenuti sul luogo dell’«agguato». Nella prossima udienza con l’esame dell’imputato e l’escussione degli ultimi due teste si passerà alla discussione finale per una vicenda che ha vissuto piccole parentesi surreali per l’accertamento dei fatti. Per la difesa (avvocato Costanzo Truini) il 53enne sabino - che rischia la reclusione da tre a 18 mesi o multa da 5 a 30mila euro - fece fuoco attingendo il felino alla mandibola con un proiettile metallico poiché aveva aggredito di nuovo un coniglio, tesi in contrasto con quanto sostenuto dalla parte civile: il gatto si trovava fermo sulla staccionata in legno di confine quando fu colpito. Per la cronaca il gatto si salverà dopo un intervento chirurgico. Sentenza ad anno nuovo ma l’unico che non potrà dire la sua e testimoniare sarà Charlie, vittima e «persona» offesa.
© RIPRODUZIONE RISERVATA