RIETI - Una galleria piena di ombre e di guai Colle Giardino, chiusa ora al traffico nella direzione da Rieti a Roma, dopo esserlo stato per oltre un anno nella corsia opposta, funestata durante gli anni della costruzione da diversi infortuni sul lavoro, anche mortali, come quello che a maggio 1990 costò la vita a un operaio di 42 anni, di Petrella Salto, rimasto schiacciato da un escavatore mentre lavorava alla realizzazione di una delle canne della galleria a via Pistignano. Non era il primo incidente grave e i sindacati Cgil, Cisl e Uil scesero in piazza proclamando uno sciopero di tutti i dipendenti del gruppo umbro, per protestare contro le “morti bianche”.
Le tappe. Ma sulla costruzione della galleria si appuntò anche l’attenzione della magistratura, mossa da segnalazioni che riferivano di espropri dei terreni interessati dall’opera, pagati a peso d’oro per favorire qualche privato. Nell’elenco, finì anche il casale, con annesso terreno, della famiglia di Maurizio Broccoletti, all’epoca potente agente 007 del Sisde e non ancora coinvolto nello scandalo dei fondi neri, che sorgeva proprio sopra la doppia canna di San Giovanni Reatino ed era ben visibile dalla Salaria arrivando da Roma. L’edificio fu demolito e i proprietari indennizzati con una cifra attorno ai 100 milioni, importo peraltro mai confermato ufficialmente. La procura della Repubblica, guidata all’epoca da Gaetano La Sala, decise comunque di approfondire la questione del casale di Broccoletti e aprì un fascicolo, ordinando alla polizia giudiziaria di eseguire degli accertamenti, ma i tecnici dell’Anas difesero la scelta, sostenendo che la demolizione era inevitabile per non rallentare il progetto, e che il prezzo pagato rispecchiava il valore dell’area espropriata. Alla fine l’indagine fu archiviata.
I TEMI
A sollevare interrogativi sulle ragioni per cui, periodicamente, l’infrastruttura viene chiusa al traffico (è già accaduto negli anni scorsi, seppure per periodi più brevi), ci sono comunque le continue infiltrazioni di acqua che bagnano lateralmente le pareti della galleria, finendo sull’asfalto, rendendo viscidi alcuni tratti di strada.