Rieti, Storace manifesta sotto il Monumento
alla Lira: meglio prima o ora con l'euro?

Franncvesco Storace sotto il Monumento alla Lira di Rieti
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Sabato 23 Novembre 2013, 15:35 - Ultimo aggiornamento: 16:06
RIETI - Una bandiera di An sul monumento alla lira di piazza Cavour a Rieti, il volo di una colomba, un interrogativo agli italiani: «Si viveva meglio con la vecchia moneta o con l'euro?». Così il leader de La Destra e fondatore del Movimento per Alleanza Nazionale, Francesco Storace ha lanciato la sua iniziativa nel capoluogo sabino, "Centro d'Italia", con uno sguardo alle prossime elezioni Europee.

Quando conta di poter presentare, sotto il simbolo di An, un programma che restituisca agli Stati la sovranità monetaria.



Per questo, spiega Storace attuale vicepresidente del Consiglio regionale del Lazio ed ex governatore della Regione, l'iniziativa al monumento di Rieti, seguita da un dibattito a tema, ha un valore simbolico: «Il monumento alla lira - ricorda - fu realizzato con il finanziamento della mia amministrazione regionale quando ci fu il passaggio all'euro, così da far entrare quell'evento nella storia. Oggi siamo tornati qui, alla presenza di tantissima gente nonostante il clima, a chiederci se si campava meglio con due milioni al mese allora o con mille euro al mese oggi. Io credo che non ci sia paragone. Certo, ci costava qualche punto di inflazione in più, ma di certo si viveva meglio. E oggi è questo il problema degli italiani».



Con Storace, stamani a Rieti, altri membri fondatori del Movimento per An come Roberto Buonasorte, Oreste Tofani e Luca Romagnoli, oltre a Chicco Costini, del movimento Prima l'Italia di Gianni Alemanno. Il leader de La Destra è oggi al lavoro su «una piattaforma per le prossime Europee, per dare agli Stati la possibilità di decidere sulla loro moneta. La nostra battaglia - aggiunge - è che sulla scheda ci sia il simbolo di Alleanza nazionale. Vogliamo restituirlo a milioni di italiani, e non può impedircelo chi quel partito lo ha sciolto. E' assurdo che chi lo ha sciolto voglia impedire a chi invece vuole crederci di utilizzarlo. Io - conclude Storace - sono di quelli che si disinteressano alla Fondazione An: si tengano il bottino e ci lascino il simbolo».
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