Rieti, strada chiusa da quattro mesi in Sabina,
nessuna soluzione nell’immediato

La strada franata
2 Minuti di Lettura
Lunedì 8 Giugno 2020, 00:47 - Ultimo aggiornamento: 13:18
RIETI - Strada chiusa da quattro mesi in seguito a una frana, ​nessuna soluzione nell’immediato.
Fa discutere, a Poggio Catino, la chiusura di via Piane, dove da mesi insiste un importante smottamento che ne ha determinato la chiusura, ormai quattro mesi fa e non si viene a capo della situazione. A portare alla ribalta la vicenda è il gruppo di opposizione in Consiglio comunale. Il capogruppo Antonio Favetta, sabato, ha avuto un incontro con il tecnico comunale e con il sindaco Walter Ferzi per capire cosa stia succedendo e cosa si può fare dopo l’evento franoso che ha condotto alla chiusura. «Lo smottamento coinvolge parte della carreggiata, per una lunghezza di circa 10 metri - spiega in un comunicato Favetta. - Una perdita, pregressa, dell’acquedotto pubblico è probabilmente la causa dell’evento. Se così fosse, essendo il Consorzio acquedotto gestore della rete idrica, è tenuto alla riparazione e alla riapertura della via. Come riferimento ufficiale ho una corrispondenza tra Comune e una società cooperativa di Roma, presso la quale il Consorzio ha in essere una polizza assicurativa. Il Comune, inoltre, aveva trasmesso alla società lo studio di fattibilità per i lavori di consolidamento della frana e della conseguente riapertura della via: costo circa 43mila euro. Si è in attesa dello svolgimento dell’iter (Comune, Consorzio, assicurazione), che si stima richieda ulteriore tempo, considerato anche che, la società assicuratrice non è detto si riconosca tenuta al risarcimento».

Le prosepettive
Favetta e il suo gruppo disegnano scenari poco rassicuranti. «Non capiamo perché il Consorzio acquedotto sia sparito dalla diatriba - sostiene Favetta. Deve essere il Comune a vedersela con l’assicurazione. Non vorremmo che questa storia finisse come quella di via Torricella, chiusa da anni. Per fortuna non ci sono immobili irraggiungibile, ma alcuni di essi sono comunque disagiati, in quanto i residenti debbono percorrere lunghi itinerari alternativi. Non è che si pensa che, con tale scenario, la risoluzione del problema non sia urgente? Cosa si fa se l’assicurazione non risarcisse? Sarebbe giusto intervenire subito, salvo poi intraprendere eventuali iniziative risarcitorie. Per noi sarebbe giusto, emettere ordinanza sindacale per un immediato intervento risolutorio a carico del Consorzio acquedotto».
© RIPRODUZIONE RISERVATA