Fosso Ranaro, via alla messa in sicurezza idrogeologica

Fosso Ranaro, via alla messa in sicurezza idrogeologica
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Martedì 16 Agosto 2022, 09:01

RIETI - Le piogge, quando intense e prolungate, rischiano di creare non pochi disagi e, soprattutto, in alcune aree più fragili, dissesto idrogeologico. Una delle aree in passato al centro di questi problemi è quella del fosso Ranaro, nel territorio del capoluogo, dove sono in corso interventi per la messa in sicurezza (nella foto) nel sedime delle frazioni reatine di Vazia e Lisciano.

«Continuando il processo virtuoso della politica amministrativa per la Provincia, improntato prevalentemente sulla razionalizzazione delle risorse - spiegano il presidente della Provincia di Rieti, Mariano Calisse e l’assessore provinciale con delega all’Ambiente, Maurizio Ramacogi - si sta effettuando un altro grande intervento di messa in sicurezza idrogeologica sul fosso Ranaro, nel sedime di Vazia/Lisciano. Con questa opera, possiamo dire di aver concluso la messa in sicurezza dei fossi di competenza provinciale, presenti alle pendici del Monte Terminillo».

Nel luglio del 2016, nell’area del fosso Ranaro, comparvero dei liquami, con una schiuma di colore rosso.

Tornando invece ai giorni nostri - e con una panoramica generale - il violento temporale dello scorso lunedì ha provocato in città e nella provincia diversi allagamenti.

«Dopo gli appelli accorati dei cittadini della zona, in questi giorni, prima della stagione delle piogge - aggiungono Calisse e Ramacogi - è iniziato un massiccio intervento che, dopo moltissimi anni, vedrà rafforzare le sponde del fosso in questione. Questa operazione consentirà ai cittadini delle fabbricazioni sovrastanti il fosso di poter stare più sicuri, anche dopo la bruttissima esperienza del 2016. L’obiettivo che oggi perseguiamo è proprio quello di essere garanti di un livello di sicurezza tale da poter assicurare anche l’aspetto sanitario all’interno degli alvei, auspicando peraltro, e come molte volte già richiamato, buon senso da parte dei cittadini, al fine di non utilizzare i fossi come discariche a cielo aperto».

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