Rieti, Fondazione Varrone: Consiglio d’indirizzo e il nodo “quote rosa”

Palazzo Potenziani
di Massimo Cavoli
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Giovedì 15 Settembre 2022, 00:10

RIETI - Dieci candidati per quattro posti nel Consiglio di indirizzo della Fondazione Varrone, pronti a sottoporsi oggi pomeriggio, nella sede di Palazzo Potenziani, in via dei Crispolti, al gradimento dell’assemblea dei soci. Vigilia caratterizzata dall’incertezza, perché le diverse correnti interne, dopo mesi di incontri, non hanno raggiunto un accordo sulle figure da eleggere, ma resa anche elettrica per un eventuale caso “quote rosa” che potrebbe abbattersi sull’esito della votazione. 
Secondo lo statuto, infatti, in consiglio di indirizzo le donne rappresentate devono essere 4 su 16 componenti (il 20%): due di nomina dell’assemblea e altre due espressione della società civile, ma oggi l’assemblea è stata chiamata dalla presidente Emanuela Varano a nominarne una terza, con una lettera che ha scatenato la reazione di molti soci, in quanto interpretata come una chiara indicazione di voto, non consentita a chi riveste determinati ruoli che richiedono imparzialità, e riterranno valido l’esito della votazione anche se saranno eletti quattro uomini. E ciò nonostante la ventilata minaccia da parte di qualcuno, pronto a chiedere l’invalidazione della consultazione, se il regolamento lo consentirà.

La votazione. Si deciderà nel segreto dell’urna e sarà battaglia per ottenere il quorum di 33 voti, necessario per entrare in Consiglio di indirizzo. In campo scendono professionisti e medici, ci sono Domenico Miluzzo, ingegnere, il padre del sindaco di Cittareale Pietro Nelli, l’avvocata ed ex presidente della Fondazione Mariella Cari, l’imprenditore di Borgorose Antonio Placidi, il geometra reatino Carlo Papi, l’avvocato Costanzo Truini, l’esperto chirurgo Arash Sadighi e la professoressa Stefania Santarelli, dirigente scolastica approdata quest’anno alla pensione. 
Ma i soci dovranno anche scegliere nel settore della Sanità tra Fabio Andreola, manager reatino, già amministratore delegato della multinazionale farmaceutica Baxalta, e il dottor Steno Rinalduzzi, neurologo all’ospedale Pertini di Roma, dopo esserlo stato anche al de Lellis, trapiantato in bassa Sabina. Non sarà della partita, invece, l’ex assessore regionale Gianni Turina, organizzatore per otto anni, quando sedeva alla Pisana, della rievocazione dell’incoronazione di Re Carlo D’Angiò II (e non della canonizzazione di San Domenico di Guzman), proposto dalla sezione della Croce rossa: «Quando sono stato contattato dai responsabili, mi sono limitato a dare la mia disponibilità perché in questo periodo sono impegnato nella distribuzione di generi alimentari per conto dei Lions in Lazio, Umbria e Sardegna e, visto il poco tempo disponibile, mai avevo pensato di chiedere un posto in Fondazione. Comunque ringrazio l’associazione per la fiducia». 
Appaiono invece confermate, salvo cambiamenti, le nomine esterne, con il sindaco Daniele Sinibaldi che ha indicato l’avvocato Luca Conti per il Comune, mentre l’inquilino di Palazzo d’oltre Velino, Mariano Calisse, ha puntato sul presidente dell’Ordine dei medici Enrico Tittoni in quota Provincia.

Per la Regione occorrerà invece attendere, ma il favorito resta il dirigente medico del de Lellis Stefano Venarubea.

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